La vittoria di Mattarella. Addomesticati i grillini sull'affare delle banche

Il Quirinale ha avuto ampie rassicurazioni da Di Maio: "Non faremo caccia alle streghe"

La vittoria di Mattarella. Addomesticati i grillini sull'affare delle banche

L'ha tenuta un mese in freezer, come il pesce crudo, per abbattere tutti i virus e sterilizzare una commissione sulle banche che, così com'era concepita, rischiava di fare molti danni e «destabilizzare i mercati finanziari». L'ha scongelata e firmata solo quando ha ricevuto «ampie rassicurazioni» da Palazzo Chigi. Luigi Di Maio l'ha chiamato venerdì, al ritorno dal suo viaggio americano, e lo ha tranquillizzato sul metodo. «Presidente, non faremo cacce alle streghe». Per la Lega ci ha pensato Giancarlo Giorgetti: «Rispetteremo le sue raccomandazioni». Quanto a Giuseppe Conte, si fa affidamento sulla sua formazione da giurista. E siccome è materia parlamentare, ecco che Casellati e Fico sono stati arruolati come «vigilanti». Resta il problema di Paragone «gilet giallo», sul quale «per ora» M5s sembra deciso a resistere. «Abbiamo già ceduto su Minenna alla Consob, non possiamo arrenderci sempre», dicono i grillini. Ma l'opposizione occulta del Carroccio potrebbe presto convincere i Cinque stelle a cambiare cavallo.

Il clima resta teso, l'assalto all'oro di Bankitalia riprende e una mozione Lega-M5s chiede al governo di «attivarsi sulle modalità di rimpatrio sulle riserve all'estero». Tuttavia al Quirinale sono convinti che sulla commissione l'operazione sia riuscita e il pericolo di varare un tribunale speciale contro le banche, tutte, anche quelle che funzionano, sia superato. Si punta sulla «ragionevolezza» della parte più equilibrata della maggioranza. Di Maio ha fatto sapere che le raccomandazioni di Sergio Mattarella saranno seguite. «L'obiettivo dell'inchiesta - dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro - non è di punire, ma di imparare dagli errori del passato».

Nella sua lettera d'accompagnamento alla legge, il capo dello Stato è stato chiaro. No al controllo sul credito, no a sovrapposizioni con la magistratura e la Consob, rispetto dei limiti della Costituzione e garanzie dell'indipendenza di Bankitalia. Linee di comportamento che il Colle considera necessarie per scongiurare processi mediatici, campagne elettorali contro Palazzo Koch e la Bce, invasioni sui conti correnti e sulle operazione finanziarie dei cittadini da Stato di polizia e un collasso del sistema del credito e dei conti pubblici. Una cosa è l'indagine sui crac bancari e sulle truffe ai risparmiatori, un'altra sparare nel mucchio e affossare il sistema. Quello di Mattarella, per quanto robusto e autorevole, è soltanto un richiamo, un atto politico-istituzionale; però dovrebbe essere sufficiente a non far scatenare i tribunali del popolo. Poi c'è il fattore tempo: un mese per la scelta dei commissari, dieci giorni per convocare la prima riunione, altri adempimenti. Prima delle elezioni europee è impossibile che il nuovo organismo sia in grado di agire. E dopo lo scenario potrebbe essere diverso.

I paletti del Colle dovrebbero essere recepiti nel regolamento della futura commissione. Roberto Fico, convocato giovedì dal capo dello Stato, si è mostrato molto disponibile su questo punto. Elisabetta Casellati si spinge più in là.

«Come presidente del Senato - spiega - in raccordo con il presidente Fico, vigilerò su un andamento dei lavori rispettoso della Costituzione. Mi sembra opportuno che i componenti siano scelti tra esperti del settore che sappiano affrontare con equilibrio un difficile compito. Solo la professionalità può scongiurare strumentalizzazioni politiche».

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