Sergio Mattarella possibile bersaglio dei terroristi. Non si tratta di un'esagerazione né di fantasia ma del rischio che si è corso durante l'ultimo volo di Stato. Troppo facile, infatti, «tracciare» il viaggio che ha riportato il presidente della Repubblica a Roma da Palermo dove aveva votato il avergli permesso di votare nel suo collegio siciliano il 4 marzo. Tanto semplice che a un terrorista o a un Paese nemico sarebbe bastato un semplice smartphone per localizzare il velivolo presidenziale. E magari abbatterlo.
Sull'Airbus A319 che portava il capo dello Stato, infatti, chi di dovere s'era dimenticato di spegnere il transponder, ovvero il sistema che trasmette posizione, altitudine e traiettoria dell'aereo. Questa tecnologia permette un «tracciamento» preciso e in tempo reale dell'aereo che la impiega preciso e in tempo reale, ed è fondamentale per la gestione del traffico civile nei cieli. E quel «tracciamento», a disposizione delle autorità di controllo del traffico aereo ma anche di siti aperti a tutti, è ovviamente pericoloso se si tratta di velivoli militari o di quelli che hanno a bordo alte cariche istituzionali, che dovrebbero volare senza correre rischi inutili. Ma a quanto pare non sempre accade. E Mattarella (ora) lo sa.
Il suo viaggio è stato monitorato per tutto il tragitto da siti commerciali gratuiti. Reso di fatto pubblicamente visibile a chiunque avesse avuto accesso ad internet. Bastava installare sul proprio cellulare una qualsiasi applicazione di rilevamento come Flightradar24, PlaneFinder o CivMilAir. L'unica vera contromisura? Spegnere il transponder. Peccato che i responsabili della sicurezza di Mattarella non l'abbiano fatto. Una dimenticanza? Forse. Se non fosse che poche ore dopo anche un altro velivolo del governo italiano, l'A340-500 decollato dall'Irlanda del Nord con destinazione Roma, ha trasmesso informazioni non crittografate. Si tratta del famoso «Air force Renzi», quello tanto voluto (e tanto pagato) dall'ex premier per i voli internazionali istituzionali. Che notizie classificate siano di dominio pubblico è un problema che al Quirinale dovranno tenere in considerazione. Per l'ex direttore dell'Antiterrorismo britannico, Chris Phillips, quelle trasmesse colpevolmente via etere «sono informazioni perfette per un aspirante terrorista».
Non che i responsabili della sicurezza di Sua Maestà (e delle alte cariche istituzionali del Regno Unito) siano sempre impeccabili. Anche l'aereo che trasporta il primo ministro britannico Theresa May, durante l'ultimo decollo da Washington ad Ankara è stato rilevato da Flightradar24. Trasformando così la premier inglese in un flying target, un obiettivo volante (da abbattere). Lo stesso accadde il 13 ottobre del 2014 all'Air Force One con a bordo l'allora presidente Usa Barack Obama.
Il velivolo comparve sui siti web che monitorano il traffico aereo mentre sorvolava Baltimora in direzione Washington per aver stranamente comunicato posizione, quota, velocità e destinazione. Mattarella è in ottima compagnia. Ma non è una buona notizia.
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