Torna alla grande la stagione delle megainfornate pubbliche finanziate a debito, come negli anni d'oro della Prima Repubblica. I Cinque stelle e la Lega di Salvini hanno trovato piena sintonia nell'approccio statalista-assistenzialista (sempre utile in prossimità di elezioni) e infatti nella manovra, già incentrata per 18 miliardi sul sussidio pubblico grillino e sull'aumento della spesa previdenziale effetto della «quota 100», fioccano emendamenti per assumere migliaia di nuovi dipendenti pubblici un po' ovunque, come se il bilancio dello Stato italiano fosse florido e la Pubblica amministrazione non fosse già satura di dipendenti improduttivi e sottoutilizzati. Il Sole24Ore calcola almeno 600 milioni ma fino ad una cifra monstre di 1,6 miliardi di euro nel triennio 2019-2021 per pagare nuovi stipendi pubblici se tutte le infornate di assunzioni, collaborazioni e consulenze proposte dalla maggioranza superassero il vaglio della Ragioneria dello Stato e andassero in porto nella legge di bilancio.
I gialloverdi sono pronti a far lievitare la già elefantiaca macchina statale italiana garantendo un posto fisso pubblico a migliaia di nuovi assunti nei ministeri e in altre strutture dello Stato. La fetta più cospicua di infornate sono i 4mila nuovi addetti da piazzare nei centri per l'impiego, gli inutili carrozzoni pubblici (trovano lavoro a meno di tre persone ogni cento) che però dovrebbero assicurare il perfetto funzionamento del reddito di cittadinanza M5s, trovando la bellezza di tre offerte di lavoro per ogni disoccupato nel frattempo mantenuto dal sussidio statale. L'emendamento prevede che «a partire dal 2019 le regioni sono autorizzate ad assumere fino a 4.000 unità di personale da destinare ai centri per l'impiego», la spesa ammonta a 120 milioni per il 2019 e 160 milioni annui a partire dal 2020.
Poi ci sono altre 400 assunzioni nell'ambito dei licei musicali per una spesa di circa 47 milioni nel triennio. La pioggia di assunzioni prosegue poi in altri settori: dall'Accademia della Crusca a Expo 2020 passando per l'Avvocatura generale dello Stato, la Corte dei conti, la lotta alle frodi agroalimentari e i ministeri dell'Economia e dei Beni culturali per un costo totale - solo per queste assunzioni - di oltre 600 milioni: circa 157 milioni nel 2019, 219 nel 2020 e oltre 226 milioni nel 2021. Poi altri emendamenti nell'ottica di assumere nuovo personale statale, come quello approvato ieri dalla commissione Bilancio della Camera, secondo cui «l'Ispettorato nazionale del lavoro è autorizzato ad assumerne un contingente di personale, prevalentemente ispettivo, pari a 300 unità per l'anno 2019, a 300 unità per l'anno 2020 e a 330 unità per l'anno 2021», per una spesa di 13 milioni di euro l'anno.
Non solo, si prevede anche l'assunzione di quattro nuovi dirigenti generali e 94 posizioni dirigenziali di livello non generale. Poi ci sono gli emendamenti ancora in stand-by, ricorda ancora il quotidiano economico, come l'estensione del tempo pieno alle elementari che proprio per i costi legati all'assunzione di personale (226 milioni nel 2019 e oltre 650 milioni nei due anni seguenti) è considerato uno dei ritocchi con scarse possibilità di ottenere l'ok. Nel pacchetto degli emendamenti «incerti» anche i nuovi posti per ricercatori e dirigenti penitenziari. Poi ci sono le assunzioni nei corpi di polizia promesse dal ministro dell'Interno. Salvini ha dichiarato l'obiettivo di voler assumere precisamente «1.500 vigili del fuoco, 6.150 forze dell'ordine e 770 tra personale civile, dirigenti amministrativi e personale per la carriera prefettizia». Per finanziare questi nuovi 8.
500 agenti servono altri 400 milioni di euro. Via libera anche all'istituzione del «Consiglio nazionale dei giovani», con una dotazione iniziale di 200mila euro. Una lista della spesa (pubblica) infinita. Resta solo da capire come pagarla.
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