Voti multipli e hacker: l'ombra del "complotto" sul voto su Rousseau

Anche stavolta il voto su Rousseau si conferma problematico. C'è chi ventila l'ombra degli hacker, ma forse ha ragione la Fattori: la piattaforma è inadeguata

Voti multipli e hacker: l'ombra del "complotto" sul voto su Rousseau

Tra rallentamenti per i numerosi accessi contemporanei (anche se alla fine hanno votato poco più della metà degli iscritti alla piattaforma), presunti voti multipli e sospetto hacker, anche stavolta il voto dei 5 Stelle su Rousseau si porta dietro uno strascico di polemiche.

Già ieri la base (e gli attivisti più ortodossi e "ribelli") si erano lamentati di un sistema "inadeguato" a ricoprire il ruolo di strumento fondante della democrazia diretta sognata da Gianroberto Casaleggio. Ma oggi vengono fuori altre magagne. Come quella raccontata a Repubblica da un iscritto al M5S. "Ho votato 5 volte", ha ammesso, "Ho scritto no, per consegnare il ministro Salvini alle legittime valutazioni dei suoi giudici". Nessun intento di dimostrare eventuali falle nel sistema, ma la volontà di ribadire la sua fedeltà ai principi del movimento: "L’ho fatto perché a me, che ho votato 'no' a quell’assurdo quesito, non è arrivata la notifica della votazione. E non sono mica l’unico ad aver avuto questi problemi". Secondo lui alcuni amici avrebbero votato tre volte e questo dimostra come Rousseau non sia adatta: "Una piattaforma che di democrazia diretta ha ben poco nonostante i parlamentari la finanziano con 300 euro al mese. Nessuno ci ha mai spiegato nulla, e pretendono la fiducia incondizionata di un server mai certificato da società terze".

E poi ci sono i soliti sospetti sugli hacker. E in particolare su Rogue0, il pirata informatico che da mesi denuncia i buchi nella piattaforma gestita dalla Casaleggio Associati. È il Fatto quotidiano a puntare il dito su di lui. E sull'hastag "#pisQAnon" (che ricorda il "pisquano", una persona stupida, ma anche il QAnon, teoria cospirazionistica contro Trump). Secondo il quotidiano, i suoi tweet sono coincisi con i momenti di rallentamento maggiore. "Forse non è chiaro, io non ho fatto nulla. Siete voi, loro sono solo #pisQAnon. A ridaje ciurma", nega lui. Ma il sospetto che il sito sia stato sotto attacco DDos (un modo per far arrivare così tanti accessi contemporanei ad un indirizzo da farlo crollare e spesso usato da Anonimous), per il Fatto resta.

Di certo dire che la piattaforma sia inadeguata è difficilmente contestabile.

I tecnici di Casaleggio ammettono che l'infrasttruttura è rimasta la stessa nonostante la crescita del movimento. E un esperto intervistato dalla testata diretta da Marco Travaglio assicura: "La piattaforma è poco sicura, utilizza infrastrutture obsolete e non è dotata dei sistemi necessari per respingere eventuali attacchi".

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