Elezioni Regionali 2020

L'incredibile spot del Pd ​che invita a votare Zaia

"Se proprio non ce la fai a non votare Zaia, ricorda la possibilità del voto disgiunto", la soluzione proposta dal candidato del Partito Democratico. Prima di lui, anche il caso del circolo Pd di Nove-Cartigliano. Imbarazzo dei dem

L'incredibile spot del Pd ​che invita a votare Zaia

Che durante le prossime consultazioni regionali sia possibile scegliere la via del voto disgiunto non è di certo una novità di quest'anno, ma che addirittura durante uno spot elettorale un candidato (nello specifico iscritto tra le file del Pd) inviti gli elettori ad effettuare una scelta del genere, probabilmente perchè conscio della batosta all'orizzonte per il proprio candidato governatore, con lo scopo di raggranellare qualche preferenza in più, davvero non si era mai visto.

È accaduto in Veneto, dove il presidente della Regione uscente Luca Zaia (supportato da Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lista Zaia e Lista Veneta Autonoma) è dato in netto vantaggio rispetto al leader dello schieramento avversario Arturo Lorenzoni (sostenuto invece da Partito Democratico, Veneto in Europa, Europa Verde e da due liste civiche Lorenzoni Presidente).

Sarà possibile, come sempre, dare un'unica preferenza per il candidato governatore, senza preoccuparsi di indicare alcuno schieramento nello specifico, oppure apporre un contrassegno sia sul nome del presidente che sul simbolo che lo accompagna: in quest'ultimo caso il voto andrà sia al candidato che all'intero schieramento che lo sostiene. L'elettore potrà sbarrare comunque anche una delle liste che compongono la compagine, garantendo anche ad essa una preferenza, e in aggiunta indicare il nome di un massimo di due candidati al consiglio regionale facenti parte dell'elenco del medesimo partito.

Oltre a ciò viene data al cittadino anche la possibilità di effettuare il voto disgiunto, scegliendo quindi un candidato governatore ma sbarrando il simbolo di un partito non facente parte della coalizione che lo sostiene. Anche in questo caso sarà possibile indicare il nome di due candidati al consiglio regionale iscritti nelle liste di detto partito.

Se si sbarra solo il simbolo di un partito, o nelle righe accanto viene indicato il nome di un candidato consigliere (o di entrambi), il voto sarà attribuito automaticamente a partito, coalizione e governatore sostenuto.

È qui che interviene lo spot del candidato del Pd Stefano Artuso. "Il 20 e il 21 settembre rinnoveremo il consiglio regionale del Veneto. Per la provincia di Padova se vuoi votarmi hai due modi. Il primo è barrare il simbolo del Partito Democratico e scrivere Artuso. In questo modo darai il voto a me e al candidato presidente Arturo Lorenzoni. E se proprio non ce la fai a non votare Zaia", prosegue il candidato del Pd senza vergogna, come si vede nel video caricato da "Il Tempo", "ricorda la possibilità del voto disgiunto. Quindi vota Partito Democratico, scrivi Stefano Artuso e poi traccia una X sul nome di Luca Zaia. In questo modo darai il voto a me e come candidato presidente a Luca Zaia. Grazie per il tuo aiuto".

Lo spot del candidato Artuso ha generato un certo imbarazzo nel Partito Democratico, anche perché arriva dopo un intervento molto simile della candidata Pd al consiglio regionale Chiara Luisetto, ex sindaco di Nove. "Se un vostro amico non è intenzionato a votare Lorenzoni, potrete tuttavia esprimere la preferenza per Chiara", si legge nella lettera del circolo Pd di Nove-Cartigliano agli elettori, come riportato dal "Corriere del Veneto". Artuso, fra l'altro, aveva preso le difese di Chiara Luisetto. Oltre ai due rappresentanti del Pd, anche Matteo Macilotti, primo cittadino di Chiampo e candidato nella lista "Rubinato per le autonomie", avrebbe suggerito agli elettori lo stesso stratagemma, come riferito da "Vicenzapiù".

Non ha tardato ad arrivare la condanna del Partito Democratico. Il segretario regionale dei dem Alessandro Bisato ha richiamato all'ordine i propri rappresentanti."L’invito di Stefano Artuso al voto disgiunto è inaccettabile. Non è tollerabile che un candidato consigliere del Partito democratico dia indicazioni di voto diverse rispetto al candidato presidente che liberamente e democraticamente abbiamo scelto per la guida del centrosinistra. Quel candidato si chiama Arturo Lorenzoni, punto. Alternative non ce ne sono", ha dichiarato, come riportato da "AskaNews".

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