Che la provincia italiana non sia più il citato e trito «Bar dello Sport», lo struscio, l'amante che tutti sanno esistere e nessuno vede, il biliardo, la briscola; e poi la provincia degli artigiani, dei barbieri, dei sarti, appunto; e per alzare di molti toni quella malinconica, ma di cuore che pompa umanità, del livornese Piero Ciampi...
Ecco, è agli atti da tempo remoto che quella roba genetica sia fottuta e ormai catalogata alla voce: Mondo Antico. Ma proprio per chi ricorda il profumo di lavanda e l'odore di segatura e ha osservato le camicie stirate per una eterna parata quotidiana, oggi che legge i fatti di cronaca provenienti dall'ex mondo antico, non può che turarsi il naso e bendarsi gli occhi per il puzzo di merda e per la stessa che vi galleggia.
Pare che le metropoli, dovendo scartare il letame organico, lo scaraventino a Ostia, a Viterbo, a Macerata, a Manduria. È roba alla quale Dante non aveva previsto un girone infernale.
Ostia è il più bel lungomare d'Italia e, sovente, ti sfilano le mutande senza toglierti i pantaloni.
Macerata, incastonata nella genetica del culto morale del lavoro marchigiano, produsse Far West da operati al cervello e non alla Sergio Leone.
Nell'adorata Viterbo: la città capitale del regno etrusco, scolpita tra tufo e pietra lavica, nell'enclave abitata (Tuscania, Sutri, Bolsena) da uomini alti con la fronte alta e il naso da principi e le donne piccole, armoniose, silenti, sensuali, con gli occhi di onice e scintillanti: incise e descritte nel tempo che fu da Curzio Malaparte, oggi cosa accade?
Accade che un erede di quegli antichi artigiani, magari un sarto, è ucciso al volo con una botta di sgabello in testa da «uno straniero» in fuga.
E a Mandura? Per Manduria ho pianto. Mi sono disperato a osservare il video con la banda degli aguzzini e torturatori che si avventavano contro Antonio Stano.
L'hanno preso a calci, a bastonate, gli sputavano addosso. Giuro su Dio che Antonio lo avrei protetto con il pugnale. E chi lo ha massacrato credo che abbia diritto alla santa Vedova della ghigliottina.
Volevo partire per fare giustizia di quell'uomo che, preso a calci gridava: «Carabinieri!», «Polizia!», «Carabinieri!», «Polizia!». Chiedeva aiuto alle forze dell'ordine come se volesse cercare la sua mamma e il suo papà. Invece era abbandonato nel vuoto. Nella sceneggiatura del prossimo film di Kubrick che girerà da morto.
So che Antonio chiamando «Carabinieri», «Polizia!», in realtà voleva dire - chiedendogli aiuto - : «Gesù!», «Maria!», «Gesù!», «Maria!».
Mi sono messo a piangere come davanti all'incendio di Nostra Signora a Parigi. Vedendo Antonio Stano, trattato come uno scarafaggio, mi è tornata in mente la canzone di Piero Ciampi: Io e te, Maria. Ascoltatela.
Ma se fossi un intellettuale di rango e non un povero scrittore di provincia, osserverei come la crisi della Civiltà Europea e Madre della stessa crisi della provincia italiana. Se fossi un intellettualone ripeterei ovunque che i Padri (l'autorevolezza) sono morti, i Nonni o Patriarchi (la legge) sono morti. I Maestri sono stati sempre falsi e bugiardi. I Maestri furono e sono (se ce n'è qualcuno in circolazione) narcisisti, seduttori e ideologici.
Dunque siamo nel pieno dell'orfanezza. Siamo soli.Eppure, se fossimo coscienti di ciò sapremmo che essere orfani del Mondo Antico ci può lanciare verso il Mondo Nuovo. Però bisogna avere il coraggio di combattere da orfani. Non c'è altra soluzione.
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