Mondo

Whoopi, bufera sull'Olocausto

"Con effetto immediato, sospendo Whoopi Goldberg per due settimane per i suoi commenti sbagliati e nocivi "

Whoopi, bufera sull'Olocausto

«Con effetto immediato, sospendo Whoopi Goldberg per due settimane per i suoi commenti sbagliati e nocivi - ha detto Kim Goodwin, presidente della ABC, importante network americano -. Le ho chiesto di prendersi il tempo di riflettere e imparare dall'impatto dei suoi commenti». Invece il Primo Emendamento della Costituzione Americana recita che «il Congresso non emanerà alcuna legge (...) per limitare la libertà di espressione o di stampa». Il potere politico no, ma il potere del marketing sì. Sta tutta qua la vicenda. La sospensione è motivata da commenti non illegali ma solo inopportuni per la sensibilità di alcune persone. Eccoli. «L'Olocausto non fu una questione razziale, ma di disumanità dell'uomo verso l'uomo. È questo il problema. Non importa se sei nero, bianco o ebreo». Poi si è scusata: «Ho detto che l'Olocausto non riguarda la razza ma la disumanità. Avrei dovuto dire che riguarda entrambe». Nel merito, la Goldberg ha ragione e torto. Ha ragione, perché tecnicamente l'ebraismo non è una razza ma una religione e infatti lei spiega che erano tutti bianchi, vittime e carnefici. Ha anche torto, perché nella sostanza non la vedevano così i tedeschi - e nemmeno gli italiani, non ce lo dimentichiamo mai. La persecuzione era fondata sulla differenza, tutta razziale, tra ariani ed ebrei. Però la Goldberg offre una lettura più profonda, antropologica prima che culturale. La capacità di compiere gesti tanto efferati, pur nel nome della razza o della religione, non è la realizzazione cruenta di un'idea, ma una patologica degenerazione dell'uomo. E non dipende dal colore della pelle o dalla fede, come la storia ha dimostrato. Tuttavia, resta un'opinione. Ciò che invece pare devastante è il bavaglio imposto in spregio al Primo Emendamento. Quasi che la differenza tra una grande testata giornalistica del Mondo libero e i terroristi che hanno colpito Charlie Hebdo stia solo nell'uso della lettera invece del mitra. L'obiettivo è lo stesso: mettere a tacere una voce che urta delle sensibilità. L'informazione esiste non per compiacere ma per conoscere i fatti e confrontare le opinioni. Fuori dal perimetro dell'istigazione al crimine, le opinioni vanno criticate, non censurate.

Purtroppo, ciò che viene difeso dall'ingerenza del potere politico viene poi assoggettato alle leggi della convenienza commerciale, che suggerisce di non inimicarsi gruppi influenti. Se non è Medioevo questo?

Commenti