Arriva la prima sentenza definitiva per la morte di Willy Monteiro Duarte, il ventunenne ucciso durante un pestaggio a Colleferro, in provincia di Frosinone, la sera del 6 settembre 2020. In Cassazione è diventato definitivo l'ergastolo per Marco Bianchi, mentre si apre un altro capitolo giudiziario per Gabriele. Nei confronti del maggiore dei due fratelli verrà celebrato un nuovo processo di appello, il terzo. Ma non è una buona notizia per l'imputato accusato di aver ammazzato di botte Willy e che sperava in un ulteriore sconto di pena rispetto a quello già ottenuto in appello.
I giudici della quinta sezione penale, infatti, hanno accolto le richieste del sostituto procuratore generale Luigi Birritteri, che nella sua requisitoria aveva chiesto di celebrare un nuovo processo per ridiscutere le attenuanti generiche che erano state concesse nell'appello bis a Gabriele Bianchi, trasformando l'ergastolo avuto in primo grado in una condanna a 28 anni. Ora, nel nuovo processo, la pena verrà riconteggiata e anche lui rischia di dover restare in carcere tutta la vita. Una vicenda processuale travagliata, quella dei fratelli Bianchi. È la seconda volta che la Cassazione rinvia in appello una sentenza. In primo grado i fratelli Bianchi erano stati condannati tutti e due all'ergastolo. Poi nel primo processo d'appello i giudici avevano concesso le attenuanti generiche, facendo scendere la pena a 24 anni per entrambi. Ma la sentenza non passò il vaglio della Suprema Corte, che dispose un nuovo processo d'appello, nel quale nel marzo del 2024 Marco venne nuovamente condannato all'ergastolo. Gabriele, invece, se la cavò con 28 anni perché i giudici tennero in considerazione il percorso rieducativo nel frattempo intrapreso in carcere. Diventato padre mentre era dietro le sbarre, aveva seguito un programma di gestione affettiva con la compagna e il figlio, cominciato a studiare, a fare corsi di pittura e giornalismo e a lavorare. Attività che avevano convinto i giudici che fosse cambiato, lasciandosi alle spalle i metodi violenti e intimidatori che avevano portato alla tragedia di Willy.
Non per la Procura generale, però, che ha impugnato la sentenza disponendo un nuovo processo di secondo grado per rivalutare le attenuanti. Gli "ermellini" della Cassazione avevano già dichiarato definitive le condanne a 23 anni per Francesco Belleggia e a 21 anni per Mario Pincarelli, gli altri due ragazzi coinvolti nella vicenda di Colleferro. È qui, nei locali della movida, che si incontravano le comitive della zona a cavallo tra la provincia di Roma e Frosinone. Quando in piazza scoppia una rissa con un comitiva di Paliano, il paese di Willy, il 21enne nato da genitori di Capo Verde, sta tornando a casa dopo aver lavorato in un ristorante come cameriere. Viene coinvolto suo malgrado.
I fratelli Bianchi e gli amici si accaniscono su di lui con una violenza inaudita senza che avesse fatto nulla. Calci e pugni che, secondo i testimoni, continuano anche quando è riverso a terra morente. L'accusa, nei vari processi, ha sempre sostenuto che i fratelli erano consapevoli che quei colpi potevano essere mortali.