Xi ringrazia l'Italia: la visita grande successo. E poi si rilassa a Palermo

Il presidente cinese lascia la capitale per la Sicilia, dove il protocollo è stato più elastico

Xi ringrazia l'Italia: la visita grande successo. E poi si rilassa a Palermo

«La visita? Un grande successo. Un grazie di cuore al governo italiano». Così parlò Xi Jinping prima di lasciare Roma per volare a Palermo. Nella capitale il bilaterale con l'esecutivo gialloverde si chiude con grandi numeri sulla carta, in attesa di verifica alla prova dei fatti. Memorandum, accordi e intese hanno un valore stimato in circa 2,5 miliardi di euro, che dovrebbero lievitare fino a una ventina di miliardi considerando l'effetto volano delle stesse dal punto di vista economico. Abbastanza da far gongolare per la «grande occasione» il premier Conte che ha salutato la delegazione cinese ricordando i «molto buoni» rapporti tra «due civiltà plurimillenarie». E mentre a Roma lungo la nuova via della seta dei desideri correvano i numeri, sul Boeing 747 della Air China Xi e la moglie Peng Liyuan atterravano alle 15.45 a Punta Raisi per l'appendice siciliana della visita presidenziale, letta come un omaggio alle origini del presidente italiano Sergio Mattarella, che è nato proprio a Palermo.

I due sono scesi dalla scaletta mano nella mano, trovando ad accoglierli il governatore Nello Musumeci e il sindaco Leoluca Orlando. «Benvenuto in questa terra a nome di tutto il popolo siciliano», ha esordito Musumeci, mentre Orlando ha fatto gli onori di casa a nome della città di Palermo (e della locale comunità cinese), definendo il capoluogo «porta mediterranea dell'Europa, dell'Africa e dell'Asia», in inglese. Xi ha replicato in cinese, spiegando di aver apprezzato Palermo dal cielo, prima dell'atterraggio, e dicendosi felice di poterla visitare. Dall'aeroporto Falcone e Borsellino il corteo con Xi e signora si è diretto a Palazzo dei Normanni, attraversando una Palermo da Repubblica popolare, affollata di bandiere rosse (sventolate dalla comunità cinese e non solo) dove nelle vesti di ospite hanno trovato Gianfranco Micciché, presidente dell'Assemblea regionale, che ha donato ai due una coppia di «pupi», raffiguranti Angelica e Orlando (il paladino, non il sindaco), mentre Musumeci ha scelto una pigna in ceramica rossa, «simbolo di prosperità».

E proprio i pupi sono stati al centro di un piccolo spettacolo per intrattenere presidente cinese e first lady, prima della visita al palazzo e alla Cappella palatina, tour riservato a 30 persone, metà cinesi e metà italiane. Il protocollo, annunciato come «severissimo», ha invece concesso una certa discrezionalità sul tempo: rispetto ai 37 minuti «concessi» per la visita alla sede del parlamento siciliano, Xi e Peng sono rimasti a palazzo dei Normanni per più di un'ora: parte dell'extra time, a quanto pare, sarebbe servito alla first lady per farsi immortalare in diversi punti della cappella Palatina, che la donna, ex soprano, avrebbe particolarmente apprezzato per i preziosi mosaici policromi.

Ultima fatica della giornata per il presidente cinese, la corsa del corteo di auto blu fino al Grand Hotel Villa Igiea dove la coppia ha passato la notte - va da sé - nella suite presidenziale. Il tutto dopo cena: e per l'occasione Xi ha affiancato allo chef del lussuoso hotel anche i suoi cuochi personali.

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