Coronavirus

Zaia difende il Veneto: "Nessuno osi dire che pensiamo solo ai soldi"

Il governatore leghista ricaccia al mittente le accuse per la sua scelta di optare per un lockdown soft in vista di una riapertura anticipata, sottolineando l'importanza delle autonomie regionali soprattutto in tema di Sanità

Zaia difende il Veneto: "Nessuno osi dire che pensiamo solo ai soldi"

"Nessuno si permetta di dire che noi veneti pensiamo soltanto al dio denaro". Luca Zaia non ci sta e ricaccia così al mittente le accuse dei detrattori delle autonomie regionali, sottolineando invece l'importanza dell'autonomia per ogni realtà regionale dello Stivale.

"Io continuo a credere che l'autonomia sia un'opportunità, da Nord a Sud", spiega il presidente del Veneto in un'intervista al Corriere della Sera, dedicata in larghissima parta a come la cosiddetta "locomotiva d'Italia" ha affrontato l'emergenza sanitaria e la crisi economica innescata dalla pandemia di coronavirus.

"Non lo dico per i 54 milioni di contributi che ci sono arrivati da imprenditori, cittadini e anche da bambini che hanno rotto il salvadanaio. Il fatto è che noi abbiamo un tessuto economico e una forma mentis che è la nostra, e non è questione di denaro. E se non l'avessimo, non avremmo neanche questa sanità...", ha aggiunto l'esponente di spicco della Lega, che etichetta come "boutade", ovvero come una battuta, o meglio battute, le uscite di alcuni membri della maggioranza di governo sul tema della Danità e della necessità – in loro opinione – che torni a essere sotto il controllo centrale di Roma e non decentrata in mano, appunto, alle regioni. A tal proposito, Zaia dichiara: "Chi lo dice punta a un'equa divisione del malessere e non del benessere. Ma se fosse vero, io vedo: vado a referendum. Chiederò ai cittadini se vogliono essere curati da Roma o dalla loro regione. Aggiungo che mi sono ripromesso di non parlare di autonomie fino a quando non sarà archiviata l'emergenza. Ma sia chiaro che non mi sono dimenticato del voto dei veneti…".

Dunque, nel corso della chiacchierata, il governatore del Carroccio si difende anche dalle accuse di chi ha aspramente criticato la sua linea contro il coronavirus, facendosi promotore di un lockdown soft, reso possibile dalla bravura, con un pizzico di fortuna, del Veneto di contenere con successo l'epidemia di Covid-19: "La Fase 2 dell'epidemia è quella della convivenza, più che della ripartenza. Tenendo fisso in mente che, prima di tutto, viene la salute dei cittadini. Noi siamo pronti, rispettosi del gioco di squadra e certamente non cerchiamo prove muscolari. Diciamo però che bisogna decidere".

Ecco, è qui che Zaia incalza la maggioranza giallorossa di Giuseppe Conte: "C'è chi dice che bisogna tenere tutto chiuso fino a quando l'ultimo paziente diventa negativo. Che però, rischia di farci morire per assenza di ossigeno. Poi ci sono quelli che dicono che occorre una mediazione politica, come se il virus fosse una questione politica. E poi, c'è chi ritiene che occorra ripartire attraversando, e gestendo, una fase di convivenza. Tra l'altro, ogni giorno che passa aggiunge un problema psichiatrico in più, abbiamo tanta gente completamente isolata e sola...

".

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