Strage a Manchester

La zia eroina e le sorelle divise dal fato

Kelly ha protetto la nipotina. Sorrell a 14 anni non ce l'ha fatta, ma la più piccola sì

La zia eroina e le sorelle divise dal fato

Sono le foto della vita privata a raccontare il senso di una strage. Le vittime e quei selfie a riempire oggi un mosaico dell'orrore. Una frangetta ben pettinata sulla fronte, un paio di orecchie di peluche e un naso da gatto, i fidanzatini insieme, un farfallino sotto un bel vestito a immortalare un momento. Per molti di loro la vita si ferma qui. Niente domani, addio sogni, addio tutto. Ogni giorno, qualche dettaglio nuovo, i contorni che diventano meno sfuocati, particolari a riempire il vuoto della semplice conta dei morti. La polizia che fa sapere di conoscere l'identità di tutte e 22 le vittime dell'attentato alla Manchester Arena, ma al momento solo 12 sono state identificate. Giovani o giovanissimi, ecco perché l'hanno chiamata la strage dei bambini. Olivia Campbell aveva 15 anni, sua madre Charlotte aveva cercato disperatamente la figlia, con appelli in tv e sui social. «L'ultima volta era al concerto e mi ha ringraziato per averla fatta andare». Teenager colpiti una sera al concerto. E genitori; come la coppia di polacchi, Marcin e Angelika Klis, due coniugi che da anni si erano trasferiti in Inghilterra e avevano scelto York per vivere. Aspettavano le due figlie dopo il concerto. Sì perché era così giovane il pubblico che l'altra sera era andato a vedere Ariana Grande che molti di loro avevano ancora bisogno che mamma e papà li accompagnasse. È così che hanno trovato la morte insieme le amiche Alison Howe, 45 anni, e Lisa Lees, 47. Amiche loro come le due figlie adolescenti di quindici anni. Unite le forze anche quella sera, e avevano deciso di uscire loro a prendere le ragazze, i mariti a casa, intanto in macchina una chiacchierata che il tempo insieme passa in fretta. Le due ragazzine risulterebbero illese. Stesso destino triste anche per mamma Jane Tweddle-Taylor, di 51 anni che lavorava come receptionist in una scuola. C'è anche una poliziotta fuori servizio tra le 22 vittime della strage. «Lo devo confermare con estrema tristezza», ha detto il capo della polizia Ian Hopkins, in una conferenza stampa. «Ma nel rispetto dei desideri della famiglia, non farò nessun ulteriore commento», ha aggiunto. La donna era al concerto di Ariana Grande con il marito, che versa in condizioni critiche, e con i figli che sono rimasti feriti.

Una serata che doveva essere una magia, un appuntamento segnato con i cuoricini sul calendario, regalo agognatissimo, gratificazione per un bel voto a scuola o semplicemente una pazzia da fare una sera insieme, magari con il biglietto comprato a sorpresa dalla zia preferita, quella che sa i tuoi gusti talmente bene che ti fa il regalo ancora prima che tu lo chieda, la sorpresa e la gioia, la complicità di un preludio del diventare grande. È così che poi Kelly Brewster è morta. Facendo scudo con il suo corpo alla nipotina di appena undici anni. Ce l'ha fatta a difenderla zia Kelly quella nipotina adorata di Sheffield. «È morta facendo eroicamente scudo con il suo corpo alla nostra bambina», hanno raccontato i famigliari tra le lacrime.

Il coraggio dalla disperazione e gli eroi per caso. Stephen Jones e l'amico Chris Parker i due senzatetto che si sono lanciati nel soccorso dei feriti. Per loro si è scatenata una gara di solidarietà, dalle raccolte fondi all'affitto di una casa, come a esorcizzare la paura, per ringraziare il bene a sconfiggere il dolore.

Famiglie distrutte dove il destino gioca le peggiori carte, c'è chi è dentro e si salva, bastano pochi passi tra madre e figlia, chi ce la fa e chi no. È un attimo, basta un soffio, tempo di una maledettissima distanza che fa la differenza per sempre. Sorrell Leczkowski, 14enne di Leeds è l'ultima vittima che è stata identificata. Sua madre e sua nonna, sono ricoverate in ospedale, la nonna è gravissima.

La sorella, che era con loro è rimasta illesa.

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