Il politico che preferisce fare il manager

Il politico che preferisce fare il manager

C’è un politico che non chiede una poltrona. Che preferisce restare manager. Alberto Villa non rinnega il suo impegno in politica, la sua vicinanza all’Udc. Ma vorrebbe proseguire la sua opera per riportare un pezzo di storia di Genova agli antichi splendori. Villa è l’amministratore unico della «Ferrovia Genova-Casella», ha passato gli ultimi anni a spedire su e giù per quel binario dal gusto antico il trenino che piace tanto ai bambini. E ne è rimasto affascinato. Tanto che adesso che c’è aria di grandi rivoluzioni, con tanti posti che si potrebbero liberare, lui ripete il suo atto d’amore.
Nessun pensierino per una candidatura?
«Mi sento un manager, e come tale ho soddisfazione se il mio lavoro viene gratificato dal successo».
E il trenino va così bene?
«Dò solo qualche cifra: dal 1998 al 2004 sono stati investiti sulla ferrovia 4 milioni e 564mila euro. Nel biennio 2005-2007, con la mia gestione, sono stati spesi 7 milioni e 865mila euro».
Tanti? Pochi?
«Tanti per le disponibilità, certamente pochi per quello che andrebbe ancora fatto. Ma ora stiamo completando la stazione, abbiamo messo in linea il nuovo locomotore diesel, abbiamo indetto un bando di gara da un milione per due locomotori e un vagone».
Ma non basta?
«Le elettromotrici e le carrozze non bastano. Comunque se vogliamo rispettare il piano industriale, che prevede sinergie con l’Acquario, con le crociere e tante altre iniziative collegate, sicuramente c’è bisogno di altri sforzi».
C’è molto ancora in divenire. Una soddisfazione se l’è già tolta?
«Certamente mi piace il clima che c’è. I dipendenti sono legati, al punto che tutti insieme hanno adottato a distanza una bambina. Un’iniziativa che ho molto apprezzato perché risponde allo spirito di questa ferrovia».
Quale?
«Il legame speciale con i bambini e l’impegno sociale. Ogni anno abbiamo iniziative a Natale all’Epifania, ripetiamo il “trenino per un sorriso”, collaboriamo con gli istituti per l’infanzia con problemi. Poi ricordo la cena per disabili e la gita con gli over 70».
Il rapporto tra manager e politica?
«Faccio l’esempio di un caso diverso. Il caso di Luigi Merlo nominato all’autorità portuale. Pur ritenendo preferibile una scelta bipartisan, apprezzo molto Merlo, lo ritengo una risorsa per il sistema. È giovane, capace, indicato dagli operatori portuali. Eppure sul suo nome sono sorte mille complicazioni solo per motivi politici».
Genova, una città da rilanciare?
«Sì, in tanti settori. Partendo anche dallo sport.

E per questo sono fiero del mio Genoa, che ha riportato in alto il nome della città. E sono contento per Enrico Preziosi che ha dimostrato con la sua tenacia di arrivare al traguardo. Forse la città dovrebbe credere di più proprio nello sport».

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