Il Polo cambia canale: «Questa è Tv di regime»

Il ministro Castelli bacchetta Santoro: «Avrebbe proprio bisogno di ripassare l’italiano»

Fabrizio de Feo

da Roma

Michele Santoro è tornato. Il consumato trapezista della politica e della televisione, dopo aver portato il suo ego in gita a Strasburgo, si riappropria degli schermi della Rai, sia pure soltanto come ospite, e nutre la sua astinenza da video riempiendo i silenzi di Celentano con un suo personale comizio. Un compito quasi obbligato, quello del creatore di Samarcanda, che accende un crepitio di reazioni degno dei tempi della sua grandeur catodica. Reazioni che vanno a colpire tanto l’ex «re dei faziosi» quanto lo stesso Molleggiato in versione neo-politica, che poco prima di andare in onda ha ricevuto una telefonata di auguri per la trasmissione da Pierferdinando Casini.
«Un bello spettacolo davvero», dice ironico Maurizio Gasparri. «Santoro è stato così esagerato che credo produrrà un effetto boomerang. E poi Celentano... Mi sembra molto comodo iscriversi all’albo dei ricchi libertari a senso unico mettendosi in tasca i miliardi del vecchio conio pagati dalla Rai. Io sono un ammiratore di Celentano ma vederlo prima imbracciare una falsa classifica come quella sulla libertà di stampa, poi stonare così platealmente una sua canzone mi fa capire che il tempo della pensione arriva per tutti». Secco e diretto il commento del ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi: «Santoro non è un giornalista perché un giornalista pone al primo posto la verità». E il ministro Roberto Castelli bacchetta Santoro sui congiuntivi: «Effettivamente avrebbe proprio bisogno di ripassare l’italiano». E per An prende la parola anche Alessio Butti, responsabile Informazione di An. «Oggi si è vista la vera Tv di regime. È stato tutto prevedibile, superficiale e patetico, compresa la claque. Sarebbe stato bello se Celentano avesse ricordato che nella classifica della libertà di stampa è compresa la carta stampata e che l’85% della stampa è in mano al centrosinistra, compreso il Corriere della Sera. Sarebbe opportuno che Celentano cantasse piuttosto che pronunciare falsità senza possibilità di replica e contraddittorio. Santoro è apparso per certi versi un po’ patetico, soprattutto quando si è rivolto alle figlie. Un buon sociologo gli consiglierebbe di usare altri mezzi per comunicare con loro che non siano gli schermi della Rai». Il senatore Michele Bonatesta, invece, se la prende con i vertici Rai che «non possono pensare di imitare Pilato e lavarsene le mani, alla Del Noce ma anche alla Meocci, che farebbe bene ad andarsene a casa».
Ma lo sdegno scorre anche nelle vene degli esponenti di Forza Italia, oltre che in quelle dei lettori del Giornale che tempestano la nostra redazione di telefonate. «Da parte di Santoro mi sembra ci sia stato un proclama intriso di populismo e demagogia, visto che i suoi programmi - ricorda Giorgio Lainati, capogruppo azzurro in commissione Vigilanza - sono stati sanzionati più volte dall’Authority delle comunicazioni, proprio per la loro faziosità e mancanza di pluralismo». «Altro che Tv pubblica e privata strettamente e militarmente controllata da Silvio Berlusconi» fa notare Lainati. «Santoro va in tv in spregio alle delibere emanate dalla commissione di Vigilanza. Fassino sarà ospite, a dir poco anomalo, della De Filippi in C’è posta per te, un programma di puro intrattenimento che nulla ha a che fare con la politica. Enzo Biagi sarà santificato in una puntata di Primo Piano da Rai Tre con una lunga intervista. E questa sarebbe la Tv controllata da Berlusconi?». Sul fronte del centrosinistra e dei Ds in particolare, il ritorno in televisione di Santoro viene accolto con una malcelata freddezza. Le perplessità non si appuntano, naturalmente, sulle frasi da lui pronunciate quanto sul prematuro abbandono dell’assemblea di Strasburgo. Una scelta che lascia decisamente l’amaro in bocca tra parecchi esponenti della Quercia. «Santoro? è stato il secondo degli eletti, dopo D’Alema. Ha preso tantissimi voti. Merito suo, ma anche nostro, perché ci siamo dati da fare parecchio» dicono in molti tra i Ds del Mezzogiorno. E il parlamentare europeo dei Ds, Nicola Zingaretti, scrive: «Tra i parlamentari europei di categorie ce n’è sicuramente un’altra: quella dei parlamentari che svolgono seriamente e in silenzio, senza i riflettori della cronaca, il proprio lavoro». Sui contenuti del programma si esprime il presidente della Vigilanza Rai, Paolo Gentiloni: «Mi ha fatto piacere rivedere Santoro in tv. La sua presenza lì per lui è stata una vittoria».

Per il consigliere Nino Rizzo Nervo «la Rai è tornata spazio di libertà». Lucia Annunziata, invece, prende le distanze. «Il programma è molto bello. Ma io resto della mia idea: la politica non deve prendere scorciatoie».

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