Anna Maria Greco
da Roma
Mentre la sinistra è alle prese con le divisioni sullalta velocità, la Casa delle libertà si prepara a mettere a punto il suo programma. Oggi il premier Silvio Berlusconi incontrerà Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini per preparare le proposte da sottoporre agli elettori. E non sarà un programma in otto punti, ha precisato il portavoce di Palazzo Chigi Paolo Bonaiuti. «Sono solo invenzioni», ha assicurato, senza entrare nei dettagli. In ogni caso - ha anticipato Fini - sarà «un programma molto più scarno rispetto alle 280 pagine dellUnione, al massimo 15-20 paginette. Dovrà essere sottoscritto da tutti, dopo di che lo presenteremo agli italiani». Per il momento tengono banco le differenze nella sinistra sulle infrastrutture e, in particolare, sulla Torino-Lione. «Sulla Tav cascò lasino», ha commentato Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia. Romano Prodi ha detto che la Tav si farà, «punto e basta», appoggiato dal leader Ds Piero Fassino ma smentito da Rc, Verdi e Pdci e quindi, dice Cicchitto, «Prodi conta quanto il due di picche».
Il programma dellUnione «è già carta straccia», aggiunge Pier Ferdinando Casini. Per il presidente della Camera, il problema dellItalia è la sua modernizzazione e la sua competitività, «ma la ricetta del centrosinistra ci consegna a una definitiva marginalizzazione, ci porta definitivamente in Africa, con tutto il rispetto per lAfrica». Se Prodi dice che la Tav si farà, prosegue il leader dellUdc, allora «lo scriva nel programma». Perché è difficile pensare che si sia verificata «unomissione casuale: non figura perché non doveva figurare». Per Casini, con la troppa concertazione si bloccano le opere pubbliche e si spinge lItalia ai margini dellEuropa.
Per Gianfranco Fini, vicepremier, ministro degli Esteri e leader di An, Prodi «abbaia alla luna». Se Bertinotti, Diliberto e Pecoraro Scanio dicono che la Tav non si farà, saranno loro a prevalere, perché il candidato-premier dellUnione «non ha dietro di sé un partito». Il caso Tav, per il ministro leghista Roberto Calderoli, conferma che nel centrosinistra «comandano le ali estreme». E infatti, «è curioso registrare che due leader dei due più grossi partiti della coalizione, come Piero Fassino ed Enrico Letta, che razionalmente sostengono la necessità e lurgenza dellopera in questione, debbano soccombere di fronte ai capricci dellala estrema della coalizione».
LUnione è contraddittoria per il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi. Ma è certo che «per le opere come la Tav sarebbe un disastro se ci fosse un governo della sinistra».
E un altro ministro, il titolare dellAmbiente Altero Matteoli, di An, sottolinea che nel programma dellUnione la Tav non compare «e questo è un problema per il Paese, di cui spero gli elettori tengano conto». Da una parte, aggiunge, il centrosinistra chiede di spostare il traffico da gomma a ferrovia e dallaltra blocca la Tav, che è «unopera fondamentale per il Paese al fine di rendere più competitiva leconomia nazionale».
Per Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Fi, «anche sulla Tav lUnione è incapace di intendere e di volere. Fassino prova a limitare i danni, ma non ci riesce. Gli obiettivi programmatici dellUnione non potranno mai esistere per il semplice fatto che il centrosinistra è diviso su tutto».
Il programma dellUnione è ispirato alla canzone di Lucio Dalla «Lanno che verrà», fa notare Alfredo Mantovano di An. Le incertezze sulla realizzazione della Tav, spiega, dimostrano che «cè tutto e il contrario di tutto». E sono l«esempio lampante dellincoerenza del programma dellUnione che non serve a nulla perché è scritto sullacqua», incalza un altro ministro di An, il titolare delle Comunicazioni Mario Landolfi.
«Punto e basta lo diranno gli italiani a Prodi», afferma il sottosegretario di Forza Italia alla Giustizia, Jole Santelli, commentando le parole di Prodi sulla Tav. Quel «librone non serve a nulla e Prodi non riuscirà a piazzare un pacco colossale», conclude lazzurro Maurizio Lupi.
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