da Milano
Sergio Marchionne difende la sua Fiat dagli attacchi del mercato azionario, dai problemi produttivi improvvisamente scoppiati in Polonia, e dalle voci di un suo prossimo passaggio alla Ubs.
«Il gruppo ha ancora moltissimo da fare per diventare unazienda globale». Per questo «io resto qui», ha detto ieri Marchionne, invitato a Montalcino alla presentazione dellannata 2007 del Brunello. «Capisco che cè gente che dice che la carica di vicepresidente allUbs avrà un impatto su Fiat, ma io sono qui, lavoro alla Fiat e faccio questo lavoro qui». Anche perché, ha spiegato Marchionne, il lavoro non è finito, la Fiat non è ancora del tutto tranquilla, la strada verso lazienda globale, lunica che può permetterle di guardare con serenità al futuro, è lunga.
Anche il capitolo della Borsa è stato affrontato da Marchionne nella chiacchierata con i cronisti presenti a Montalcino. Un tema particolarmente dattualità dopo la seduta di venerdì, che ha riportato il titolo sotto i 14 euro. In pratica, da inizio anno, Fiat ha ceduto in Borsa tutto il guadagno dellanno scorso.
Lultimo incidente di percorso è stato il blocco della produzione di motori multijet 1.3 nello stabilimento polacco del gruppo. Notizia negativa che, sommata alle voci di una partenza dellad per Ubs, ha innescato vendite a pioggia. Ma per Marchionne la reazione del mercato a queste (e probabilmente a tante altre situazioni in questi ultimi 6 mesi) è stata «totalmente irrazionale». Soprattutto perché, ha spiegato, il problema di produzione è molto meno grave di quanto sia apparso. Mentre sulle sue dimissioni il caso, appunto, non esiste. Il titolo è sceso «come è sceso quello di tutti gli altri costruttori di auto. Il problema è del settore, non di Fiat», ha precisato il numero uno del Lingotto.
Le difficoltà in Polonia sono «quasi risolte» e probabilmente già da domani, se i test in corso nel fine settimana dovessero andare a buon fine, la produzione potrà ripartire. Anche a livello finanziario peraltro i problemi «non avranno il minimo impatto sui risultati del 2008». E gli 8 milioni di ricavi in meno stimati da Unicredit come danno derivante dal blocco sono «sciocchezze» per un gruppo che «lanno scorso ha fatturato 57 miliardi di euro». Limpatto, ha assicurato, sarà impercettibile anche nel trimestre perché, «nel totale delle cose uno stop di 4-5 giorni non si vedrà». I conti sono «totalmente in linea con le aspettative» fino al 2010. «Non è piacevole, abbiamo perso efficienza, sono cose che dobbiamo recuperare e nel 2008 lo faremo», ha concluso Marchionne.
Che ha poi anche messo il «sigillo» sul prossimo arrivo di Emma Marcegaglia alla guida di Confindustria: «Non è importante semplicemente che sia donna. Il fatto che lo sia incoraggia - ha detto -, ma la Marcegaglia è molto brava».
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