Una poltrona per la pace con Penati?

Gianandrea Zagato

Per calmare i bollenti spiriti della Margherita non c’è di meglio che promettere una poltroncina. Copione andato in scena ieri a Palazzo Isimbardi, dove il segretario provinciale della Margherita - Patrizia Toia - e il capogruppo consiliare Ezio Casati hanno firmato la pace con Filippo Penati.
Un’oretta nello studio del presidente e, oplà, nel cestino della carta straccia sono finiti i virgolettati grondati di rabbia per non aver ottenuto uno strapuntino o una deleghina in occasione del rimpasto di giunta. Nervi tornati saldi perché «il presidente ha prospettato maggiori responsabilità all’interno della Giunta». Quando? «Nei tempi opportuni» dicono all’unisono Toia e Casati che, naturalmente, si sono «resi disponibili» a sottoscrivere l’offerta dell’inquilino di via Vivaio. Chiaro a tutti che in Provincia si continua nella politica dell’allineati e coperti, quella che vede sempre più stretti i compagni di Rifondazione.
Ai peones comunisti non va giù di pagare il conto: quella delega (Demanio e Patrimonio) che Penati ha tolto all’assessore di Rifondazione Bruno Casati non è roba da poco e, come chiosa Bruno Dapei, è «la rimozione di chi è contrario all’istituzione della Provincia di Monza e Brianza».

E allo stesso modo anche la delega a Expo 20015 che «Penati tiene per sé è una scelta indigesta a Rifondazione e Comunisti italiani che in consiglio hanno votato contro Expo 2015». Mosse politiche di un Presidente che tenta di sopravvivere per altri due anni circondato da una maggioranza in crisi.

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