Si stringe il cerchio attorno al nome del candidato del Pdl per le regionali di marzo (come pare ormai certo). «Lunedì convochiamo la consulta per Roma Capitale per affrontare questo discorso e poi ci sarà da fare alcune considerazioni anche con lUdc prima di una eventuale ufficializzazione», il calendario di massima stilato ieri dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. Che ha fatto intendere che il nome ormai quasi certamente è quello di renata Polverini, segretario dellUgl, anche se a domanda esplicita ha così risposto: «Questo chiedetelo a lei». Alemanno ha anche raccontato che, prima delle dimissioni di Marrazzo, il Pdl «stava pensando di aprire dei gazebo per raccogliere le firme per lo scioglimento della Regione Lazio». Ma i gazebo saranno comunque allestiti per consultare i cittadini «perché il programma lo vogliamo fare con gli elettori».
Che si stia a un passo dallufficializzazione della candidatura lo conferma anche il vicecoordinatore regionale del Pdl, Alfredo Pallone, che però si tiene a distanza di sicurezza da qualsiasi nome, limitandosi a dire che «senza dubbio i nomi che circolano già da giorni sono tutte candidature autorevoli». «La fumata bianca sul prossimo candidato del Pdl alla presidenza della Regione Lazio è ormai imminente - ammette Pallone -. I vertici nazionali del partito stanno per arrivare, anche grazie al coinvolgimento del gruppo dirigente locale, alla definizione di chi sarà il candidato più idoneo a rappresentare la nostra idea del Lazio che verrà. La priorità oggi è comunque quella di definire al più presto un programma che possa veder rappresentate le esigenze e le necessità delle forze sociali e del mondo imprenditoriale della nostra regione. Un programma che sappia dare risposte certe alle tante emergenze irrisolte in questi cinque anni di malgoverno della sinistra, come ad esempio la sanità, i rifiuti e la mobilita».
Più esplicito il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro, che si sbilancia sulla Polverini: «È una candidata eccellente ed è motivata: durante alcuni colloqui privati che ho avuto con lei ha mostrato interesse e disponibilità. Si è dimostrata pronta. Una disponibilità che ha fatto capire anche pubblicamente nel corso di una sua recente partecipazione ad una trasmissione televisiva». Giro rivendica poi la primogenitura della candidatura della sindacalista: «Ho lanciato la candidatura della Polverini già a maggio - racconta - perché mi sembra che sia la candidata più credibile e forte. Sono convinto della mia scelta perché sarebbe una boccata daria fresca. Lultima scelta spetta comunque a Fini e Berlusconi che definiranno le candidature di tutte le regioni». Giro allarga poi lorizzonte e parla della possibile alleanza con i centristi: «LUdc Lazio - dice - ha accolto con favore la candidatura della Polverini, anche se la scelta dellUdc va al di là della candidatura. Sono molto ottimista sulla possibilità dellalleanza con lUdc che ritengo un alleato prezioso per costruire alla Regione una politica di centrodestra».
E il centrosinistra? Appare molto più indietro, sia per lo shock conseguente al caso-Marrazzo, che ha originato una sorta di fuga dalla candidatura; sia perché il Pd manca anche di un coordinatore regionale, non essendo state le primarie decisive. Così siamo allenunciazione di puri principi. Come quelli del vicepresidente della regione nonché «reggente»: «Vorrei che il candidato alla presidenza di questa coalizione larga non fosse scelto con un colpo di mano o una forzatura perché altrimenti non andiamo avanti. Visto che siamo sul filo o cè una condivisione larga oppure il filo si spezza. Ci sono le possibilità di vincere, ne sono convinto», la generica analisi di Montino.
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