Polverini incontra la comunità islamica

Nell’orgia di annullamenti, ricorsi, impugnazioni e presunte irregolarità che contraddistingue la presentazione delle liste elettorali, e che lascia candidati ed elettori con il fiato sospeso e nell’incertezza sul futuro, c’è chi deve andare avanti come se nulla fosse. Le due principali candidate nel Lazio - anzi, soprattutto Renata Polverini, che ieri si è vista cadere l’ennesima tegola sulla testa - devono mantenere gli impegni delle rispettive agende elettorali e non mancare agli appuntamenti.
Per la Polverini la giornata di ieri è cominciata con un incontro con i lavoratori dell’Ares 118, l’azienda che gestisce le ambulanze del pronto intervento cittadino. Assieme al senatore del Pdl Domenico Gramazio e al direttore sanitario della struttura, Antonio De Santis, Polverini ha chiesto maggiore autonomia gestionale e l’assorbimento dei precari: «Questa è una struttura importante per il servizio sanitario e per l’emergenza ed è troppo sotto organico: c’è il 50% in meno di personale e il 35% di lavoratori precari. In un servizio sanitario che garantisce la vita - ha aggiunto - queste condizioni di lavoro non possono essere accettate». «Anche qui quindi prendo un impegno - ha proseguito Polverini -: dare risposte subito anche chiedendo una deroga al governo, laddove questa azienda con la sua autonomia svolge un ruolo straordinario».
La mattinata è proseguita per la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione, con una visita alla grande Moschea di Roma, dove ha incontrato i rappresentanti della comunità islamica nella capitale. «Il percorso della dottoressa Polverini, da sindacalista, la rende molto vicino al sociale. Noi lavoriamo nel sociale e nel culturale e quindi lo riteniamo molto positivo» ha detto al termine dell’incontro il segretario generale del centro islamico culturale d’Italia Abdallah Redouane. Dal canto suo, Renata Polverini ha detto: «Ho incontrato la comunità, che è molto importante sul nostro territorio. Mi hanno dato il loro impegno, i loro auguri e mi hanno invitato a tornare da presidente». Il segretario del centro islamico, interpellato sulla eventualità di incontrare anche la candidata della coalizione opposta Emma Bonino, ha risposto: «Se vuole vederci siamo aperti a tutti come abbiamo fatto nel passato. Tutti gli schieramenti politici sono passati dal centro islamico».
Impegnativa anche la giornata dell’altra candidata, cominciata con la visita a un ambulatorio in piazza Istria. «Da anni questa legge è obsoleta, soprattutto nell’era di internet. Mi sembra però che quando ci rimettiamo solo noi non si emoziona nessuno», ha detto Emma Bonino. A chi le chiedeva come, a suo avviso, sarebbe andata a finire la campagna elettorale, Bonino ha risposto: «Francamente non lo so, la campagna continua come avevamo previsto e abbiamo deciso di intensificarla come si fa nelle ultime quattro settimane. Le notizie che ogni giorno arrivano dimostrano il pasticcio inenarrabile dei dirigenti del Pdl. Chi deve decidere decida - ha aggiunto - nel pieno rispetto della legge. Ma sia qui che in altre regioni mi sono sgolata quanto ho potuto per dire che questo Paese non ha più senso della legalità. Credo che questi fatti ci daranno ragione».
Successivamente la candidata alla presidenza della Regione Lazio per il centrosinistra ha partecipato con un gruppo di militanti a un volantinaggio elettorale davanti alla scuola Montessori di viale Adriatico, a Montesacro. A chi le chiedeva un commento sulla bocciatura del listino della sua rivale Renata Polverini, e su come queste vicende possono starvolgere lo svolgimento del confronto a distanza, ha risposto: «Noi abbiamo il bollino a posto per cui io sono in campagna elettorale oggi, domani ed in seguito».
«Non chiedete comunque a me un commento - ha aggiunto la Bonino - non sono un giudice, ci sono organi preposti per decidere su queste vicende. Dal canto mio, vado avanti nella mia campagna elettorale, parlando ai cittadini.

Per il resto, ripeto, le procedure sono stabilite per legge. Chi ha il dovere di controllare e monitorare, lo faccia, e lo faccia nel rispetto della legge. Questa - ha concluso Bonino - è l’unica garanzia di convivenza civile per tutti».

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