Dopo 19 anni, per la prima volta, si parla dellomicidio di Simonetta Cesaroni in unaula di Tribunale. Unudienza breve, quella di ieri davanti al gup Maddalena Cipriani, subito rinviata per ascoltare tutti i consulenti che si sono occupati della vicenda. Vuota la sedia riservata allunico imputato: Raniero Brusco, lex fidanzato della vittima, 44 anni, oggi sposato e con due figlie, entrato a pieno titolo nellinchiesta due anni fa dopo una perizia eseguita sul reggiseno e sul corpetto che aveva indosso la ragazza uccisa a colpi di tagliacarte in via Poma il 7 agosto del 1990, ha preferito non esserci. Cera invece un folto gruppo di sostenitori, una cinquantina di abitanti di Morena, dove vive Busco, meccanico per lAdr di Fiumicino, tutti convinti della sua estraneità ai fatti.
Lui si è sempre proclamato innocente, la Procura ritiene invece che ci siano elementi sufficienti per mandarlo davanti alla Corte dAssise con laccusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Il gup dovrà decidere dopo aver ascoltato le conclusioni dei consulenti, il prossimo 19 ottobre, se il pm Ilaria Calò ha ragione nellattribuire a Busco il morso rinvenuto sul seno sinistro di Simonetta. Tra gli esperti che saranno sentiti cè anche il medico legale Ozrem Carella Prada, che allepoca dellomicidio fece lautopsia e al quale venne poi affidato laccertamento sullarcata dentaria dellindagato. Esame dal quale è appunto emersa una compatibilità tra il morso e i denti delluomo. A Busco gli inquirenti sono arrivati dopo che grazie alle nuove tecniche investigative è stato possibile estrarre il dna da una traccia di saliva rilevata sul corpetto che indossava la Cesaroni il giorno della sua morte e ritrovato anni dopo il delitto in un armadio dellistituto di medicina legale. Codice genetico che risulta appartenere a Busco, anche se questo importante particolare secondo lavvocato Paolo Loria non rappresenta una prova sufficiente per condannarlo perché non collocabile temporalmente sulla scena del delitto. Lindagato, del resto, ha sempre giustificato la presenza di quella traccia con alcune effusioni che avrebbe scambiato con Simonetta la sera precedente al delitto.
Verranno valutate in aula anche le verifiche effettuate sulla macchia di sangue rinvenuta sulla porta dellufficio di via Poma: i consulenti dellaccusa non sono riusciti nè ad escludere nè a confermare la presenza di materiale genetico riconducibile a Busco. Anzi, per la verità hanno isolato un gruppo saguigno A positivo che non è quello dellimputato, che ha lo «O», come Simonetta. Il giudice ascolterà anche gli uomini del Ris dei carabinieti, che hanno ricostruito il delitto partendo dai documenti cartacei e dalle fotografie.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.