Pomeriggio di violenza

Milano L’attacco era ben preparato, arrivare a ridosso dell’ingresso del Teatro per lanciare bombe carta, fumogeni, uova e pomodori sugli spettatori. La manovra di avvicinamento però è stata sventata dalle forze dell’ordine così gli antagonisti hanno scaricato il loro «arsenale» contro i carabinieri e poliziotti, ferendone 14.
Ancora una volta dunque centri sociali, in particolare Cantiere e Corsari, protagonisti della giornata, anche perché una ribalta come la prima della Scala non capita tutti i giorni. Arrivati alle 15, si sono mischiati agli altri manifestanti presenti in piazza. Il dispositivo della Questura infatti consente a chiunque di schierarsi attorno al teatro per contestare, basta restare dietro le transenne lungo i marciapiedi. Come hanno fatto i rappresentanti dei Cub, lavoratori stranieri e Cgil Spettacolo. Gli antagonisti si sono però divisi in due gruppi di una cinquantina di persone ciascuno, cercando di arrivare a non più di una decina di metri dall’ingresso. Mentre i Corsari venivano subito bloccati, il Cantiere riusciva a guadagnare posizione, facendo intervenire il servizio d’ordine, del resto presente in forze: almeno 400 uomini in tenuta antisommossa, senza contare il personale in borghese.
Iniziava la trattativa, la polizia cercava di convincere i giovani a sloggiare, un tira e molla fino alle 16 quando, con i primi spettatori in arrivo, si è passati alle maniere forti.
Un plotone di carabinieri comincia a premere, ne nasce un parapiglia, partono le manganellate, poi il finimondo. Un minuto di guerriglia urbano, volano fumogeni e bombe carta che esplodono con alte fiammante. Sono quelle a far maggior danni. Gli antagonisti vengono ricacciati lontano, a ruggire tutta la loro rabbia e impotenza, guardati a vista da un cordone di agenti. Arrivano le ambulanze per prendersi cura di un dirigente della questura, una agente e tredici carabinieri feriti, ustionati o contusi.

Un militare in particolare finisce in ospedale con brutte bruciature alle gambe. Alle 17 si spengono le luci in sala e metaforicamente anche in piazza, inutile rimanerci, così gli antagonisti se ne vanno, fieri del trambusto provocato.

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