È un successo a metà quello della Fiat sulla newco Fabbrica Italia Pomigliano: nel riconoscere la legittimità dell’accordo siglato il 29 dicembre dello scorso anno che fissa nuove regole di gestione dello stabilimento campano, il giudice del tribunale di Torino ha invece definito antisindacale la condotta tenuta dall’azienda, avendo violato l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori. Il verdetto, letto dal giudice Vincenzo Ciocchetti, è arrivato ieri sera alle 22 dopo sei ore di camera di consiglio. In pratica, l’accordo scaturito dal referendum della scorsa estate tra i lavoratori di Pomigliano d’Arco è stato ritenuto valido, ma l’azienda non può estromettere la Fiom dalla rappresentanza in fabbrica. E proprio per questo, temendo pesanti interferenze da parte del sindacato rosso, secondo indiscrezioni Torino avrebbe già congelato gli investimenti previsti nel piano Fabbrica Italia e che riguarderebbero oltre a Pomigliano, anche gli stabilimenti di Mirafiori e dell’ex Bertone.
Tornando all’ufficialità, il Lingotto, rappresentato in aula dall’avvocato Raffaele De Luca Tamajo, ha fatto sapere che impugnerà la seconda parte del provvedimento. «Siamo soddisfatti a metà», osservano i legali della Fiat.
«Per il gruppo di Torino è comunque una sentenza positiva - commenta il giuslavorista Gabriele Fava - in quanto conferma, nella sostanza, la bontà dell’operazione industriale voluta da Sergio Marchionne». Sulla stesa linea il leader della Uilm, Rocco Palombella: «Da parte nostra grande soddisfazione, visto che è stata riconosciuta la validità degli accordi. È una svolta importantissima. L’atteggiamento antisindacale? Dico solo che, con questo verdetto, la Fiom è ormai alle corde e il suo segretario generale, Maurizio Landini, ne deve trarre le conseguenze». «La Fiat è stata condannata per comportamento antisindacale e questo è un fatto significativo - ribatte Landini -; da tempo avevamo denunciato che l’esclusione della Fiom dagli stabilimento Fiat era illegittima. Valuteremo se avviare delle cause individuali dei singoli lavoratori». Dai piani alti del Lingotto si riservano di commentare la sentenza solo dopo aver appreso nei dettagli le motivazioni.
La resa dei conti tra Fiat e Fiom risale al 18 aprile scorso quando i metalmeccanici della Cgil hanno presentato un’azione legale per contestare la costituzione di una nuova società, la Fip, Fabbrica Italia Pomigliano. Secondo i legali del sindacato, la newco sarebbe stata voluta dalla Fiat per aggirare l’articolo 2.112 del Codice civile che vieta di creare nuove aziende con l’obiettivo di modificare i contratti.
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