Pontida, Bossi avverte il premier "Lui leader nel 2013? Se ascolta"

Bossi sul palco: "Giù le tasse". Messaggio a Tremonti: "Non puoi toccare più Comuni, artigiani e piccole imprese. Devi riscrivere il patto di stabilità per gli enti virtuosi". E un messaggio a Berlusconi: "Nel 2013 la sua premiership potrebbe essere in discussione. Deve ascoltare le nostre richieste". Tra la folla striscioni che inneggiano al ministro degli Interni: "Maroni presidente del consiglio subito". I militanti inneggiano alla "Secessione". Video: 1 - 2 - 3

Pontida, Bossi avverte il premier 
"Lui leader nel 2013? Se ascolta"

Pontida - "Voglio dire ai coglioni giornalisti che scrivono sui giornali 'La Lega è rotta'. La Lega non è rotta, romperemo voi". Ha esordito così il leader della Lega Umberto Bossi, in camicia verde davanti agli 80mila di Pontida. La prima richiesta del Carroccio al governo è il taglio delle tasse. Il Senatur indica dove trovare i fondi: "Oggi i soldi si possono recuperare finendo le missioni di guerra che costano tantissimo. Solo la missione della Libia tra bombe e clandestini ci è costata un miliardo di euro". Bossi ha quindi ricordato che è necessario intervenire sul fisco perché: "La pressione fiscale ha superato ogni limite". "Se Tremonti lavora sulle bollette energetiche un altro miliardo si può trovare".

I costi della politica Poi lancia il taglio dei costi alla politica: "Bisogna ridurre gli sprechi, ad esempio le auto blu. Io l'Audi me la sono comprata, noi non usiamo le macchine dello Stato. Stop alle auto blu, bisogna eliminare i costi della politica. Dare a tutti una cifra uguale a quella che prendono gli altri politici in Europa. Bisogna che Tremonti e Berlusconi si ingegnino per trovare dove tagliare gli sprechi per ridurre la pressione fiscale. Se si fa un progetto saggio e sano non credo che faremo la fine della Grecia".

Il patto di stabilità Bossi parla direttamente a Tremonti. "Non puoi toccare più Comuni, artigiani e piccole imprese. Devi riscrivere il patto di stabilità per gli enti virtuosi. Bisogna rivedere il patto di stabilità, riscrivere il patto di stabilità per quei comuni virtuosi che i soldi ce li hanno. Molti comuni hanno miliardi bloccati dal patto di stabilità e non possono usarli. Un patto che Berlusconi e Tremonti hanno sottoscritto, ma che deve essere rivisto". E un segnale arriva anche alle piccole imprese. "Già martedì voteremo un decreto che metta dei paletti all’azione di Equitalia. Ci sono agricoltori che si sono visti sequestrare trattori, balle, mucche. Ma così non possono lavorare ed è evidente che c’è qualcosa che non funziona - aggiunge il leader della Lega -. Dobbiamo stare vicino alla gente anche quando sono dei debitori". Video: 1 - 2 - 3

La premiership di Berlusconi "La tua premiership è in discussione dalle prossime elezioni" dice Bossi rivolgendosi a Berlusconi. "Non è detto che alle prossime elezioni andremo con Berlusconi", se Berlusconi non "ascolterà le nostre proposte la leadership di Berlusconi potrebbe finire con le prossime elezioni politiche". Ma riconosce al premier un merito: "Il federalismo fiscale è passato anche grazie a Berlusconi e ai suoi voti e di questo gli siamo grati". Ma Bossi vuole risposte: "Berlusconi non dia nulla per contato. Può darsi che la Lega dica stop. Comunque non ci prenderemo la responsabilità di fare andare in malora il Paese, saremo tutti insieme a decidere. Se andiamo adesso a elezioni e facciamo cadere Berlusconi, questo è un momento favorevole alla sinistra". Fischi dei militanti. "Ogni 15 anni c’è un vento nuovo nella politica, è fatale che la genta voglia cambiare. Onestamente il governo di errori ne ha fatti, più della sinistra e il voto si è spostato dalla parte sbagliate".

La corsa solitaria In chiusura il Senatur torna a parlare della corsa solitaria: "Qualcuno si illude e dice 'Bossi non può più andare da solo'. Invece noi possiamo andare da soli quando vogliamo" dice a Pontida, sostenendo che non è il momento di andare al voto perchè vincerebbe la sinistra, anche a causa degli errori del governo. "Ma la Lega è comunque molto forte ancora, ha più del 10 per cento a livello nazionale. E allora da oggi andremo a testa bassa sul territorio, io verrò dovunque a trovarvi, decideremo assieme senza dar niente per scontato, può darsi che alla premiership di Berlusconi la Lega dica stop". Parole pronunciate con il gesto del "pollice verso" tra le urla del "popolo leghista".

Maroni: "Ci doveva intendere..." "Il Capo già ha detto tutto, ha detto cose molto chiare e molto forti: chi ha orecchie per intendere, a Roma, ha già inteso" spiega il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, prendendo la parola subito dopo Bossi dal palco di Pontida, salutato da un’ovazione dei militanti leghisti.

I ministeri al Nord "Sui ministeri Berlusconi aveva già firmato il documento poi si è cagato sotto" continua Bossi dal palco di Pontida. Il leader della Lega ha poi spiegato che lui e Roberto Calderoli hanno già firmato "due decreti ministeriali" per il trasferimento in Lombardia: "Il mio ministero e quello di Calderoli - ha detto - verranno in Lombardia a Monza, dove il sindaco ci ha messo a disposizione una sede" nella Villa Reale della città brianzola. "Ci ha già consegnato la targa del Ministero per Villa Reale" ha concluso Bossi, mostrandola alla folla insieme a Calderoli. "La Brianza è piena di mafia e con i ministeri a Monza diamo un segno di rilancio alla gente brianzola". Poi si è rivolto al ministro dell’Interno Roberto Maroni: "Maroni, sai che la Brianza è piena di mafia? Dagli una soppressata. Se vuoi a Monza c'è una sedia anche per te".

La Secessione "Secessione, secessione!" è lo slogan urlato dai leghisti che occupano il prato di Pontida. Lo slogan è stato urlato quando Bossi ha parlato dei costi della politica romana. Un altro slogan urlato è stato "Padania libera!" e "Libertà". Il Senatur dice: "Questo è il risultato che si otterrà se si continua a trattare il Nord come un somaro: appoggeremo le battaglie di libertà dei popoli del Nord. L’identità padana tornerà a spiccare il volo e si tornerà a dare battaglia contro il centralismo romano, non ci sarà magistrato che ci fermerà. Stiamo cercando di servire al meglio il nord e la Padania, così ci guadagna tutto il Paese". 

Lo spadone e Bersani "Spero che la Lega abbia la spada curva così il segretario del Pd se la piglia in quel posto". Dice il leader della Lega mimando il gesto, parlando dal palco di Pontida. Bossi replica così al segretario del Pd che aveva ricordato ieri i manifesti del suo partito raffiguranti i manifesti di Alberto di Giussano con la spada in giù.

Maroni premier Oltre allo striscione che campeggia in fondo al pratone di Pontida con la scritta "Maroni presidente del Consiglio", i leghisti hanno innalzato molti cartelli con la stessa scritta con l’aggiunta "Subito!!!" davanti al palco. Molti leghisti proprio sotto il palco hanno anche distribuito diversi volantini con la scritta "Maroni presidente del Consiglio subito". Interpellati i militanti del Carroccio alla domanda se veramente chiedono che l’attuale ministro dell’Interno diventi premier in un prossimo governo, hanno risposto praticamente all’unanimità: "Magari...".

Tutti con Bossi Che siano critici o a favore dell’alleanza col Pdl, nelle parole dei militanti leghisti in attesa sul pratone di Pontida c’è al momento una certezza condivisa: "Quello che dirà Bossi faremo". È la risposta abbastanza frequente fra i sostenitori che si stanno accalcando sotto il sole davanti al palco su cui fra un po' prenderà la parola il Senatur. "È venticinque anni che Bossi ci guida - ha osservato un anziano militante bergamasco -, e questo è un momento di difficoltà, ma è umano che succeda. Per questo siamo qui, attendiamo quello che ci dirà il capo: lui per noi è come un santo". Alcuni cartelli inneggiano Roberto Maroni "presidente del Consiglio subito". "La penso esattamente così" ha evidenziato un giovane militante arrivato a Pontida con un cartello fotografatissimo: "Basta con Berlusconi - vi è scritto -, solo promesse, niente soluzioni". Non tutti la pensano però così fra i leghisti. "Da soli dove andiamo? - ha urlato una militante comasca poco distante -, senza Berlusconi perderemmo la nostra voce e la capacità di contare e fare le riforme". Umori contrastanti, dunque, che cercano però nelle parole di Bossi una sintesi. Del resto, girando nella folla di militanti, sembra al momento che gli slogan più duri (anche sulle magliette) siano rivolti ad antagonisti del centrodestra, come il leader di Sel Nichi Vendola.

Salamelle e Braveheart L’odore delle salamelle si sente cinque chilometri prima di Pontida: il luogo del pratone dove si sta per svolgere il raduno della Lega è segnalato dall’acre nuvolone che si alza dai tendoni delle cucine. A Pontida sarà l’anno del tutto esaurito. La coda sulla provinciale Briantea comincia già da Bergamo una dozzina di chilometri prima. Hanno vita facile solo motociclisti e i ciclisti, come quello che arranca con issata sulla sella un bandierone di due metri per due, o come la comitiva con Renzo Bossi partita alle 7,30 da Lonate Pozzolo. Intorno al pratone ormai la strada è riempita da gente in maglia, felpe, cappellini e zaini rigorosamente verdi. Dai due maxi schermi a fianco del palco scorrono a rotazione le immagini del film Braveheart in cui Mel Gibson muore urlando "libertà" dagli odiati centralisti inglesi.

I nubifragi di ieri hanno lasciato il posto a una smagliante giornata di sole, ma hanno anche lasciato come ricordo un tenace strato di fango che artiglia le scarpe di chi cerca di aggirarsi sul pratone e i dintorni. Ma le migliaia di militanti (ne sono attesi circa 40mila) sembrano non farci caso: gli occhi sono fissi sul palco dove fra i due schermi che trasmettono Braveheart è atteso il discorso di Bossi.

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