Economia

Ponzellini guadagna un po’ di tempo per l’aumento di capitale

Banca Popolare di Milano ha ancora un po’ di tempo per meditare sul prezzo e sulle modalità dell’aumento di capitale fino a 1,2 miliardi «imposto» da Bankitalia. Il cda di martedì prossimo, come anticipato dal Giornale, sarà interlocutorio e avrà come oggetto l’informativa del presidente Massimo Ponzellini sull’incontro con il vicedirettore generale di Palazzo Koch, Anna Maria Tarantola, e temi di ordinaria amministrazione.
Mediobanca, capofila del consorzio di garanzia, è ancora al lavoro sui dettagli dell’operazione che, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe attestarsi tra 900 milioni e un miliardo di euro. In attesa dell’ok della Consob (che ha richiesto un’integrazione ai documenti già inviati la scorsa settimana) alla pubblicazione del prospetto informativo, ci sarà tempo fino a metà ottobre per l’avvio della ricapitalizzazione. Un consiglio di amministrazione ad hoc per procedere potrà essere convocato in qualsiasi momento. Ieri a Piazza Affari Bpm è stata travolta dall’ondata di vendite successiva alle dimissioni del tedesco Stark dal board della Bce e ha chiuso in calo del 3,61% a 1,28 euro dopo un’apertura in forte rialzo.
Gli operatori della Borsa erano fiduciosi nella sottoscrizione dell’eventuale inoptato da parte del fondo Sator di Matteo Arpe, disposto a versare fino a 200 milioni. Ma con precise garanzie: il gradimento della maggioranza di Bpm (cioè gli azionisti-dipendenti) e il recepimento puntuale di tutti i rilievi formulati da Bankitalia a partire dalla riforma dello statuto. Condizioni che si scontrano con la volontà dell’Associazione Amici della Bpm di mantenere il più possibile inalterato lo status quo. Il feeling tra sindacato, dipendenti e il presidente Ponzellini rende l’attuale compagine ottimista circa la possibile di reperire dai fondi di investimento le risorse necessarie per garantire l’aumento. E il tempo, in questo senso, gioca a loro favore. Salvo decisioni d’imperio da parte di Via Nazionale.
Sul versante della governance, invece, le modifiche potrebbero limitarsi a un aumento delle deleghe in assemblea.

Il vicepresidente Artali nei giorni scorsi aveva fatto notare come l’assemblea si fosse già espressa negativamente sull’ipotesi di adottare il sistema duale.

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