Cultura e Spettacoli

Un pool di poliziotti-giustizieri a caccia di bambini scomparsi

Gianrico e Francesco Carofiglio catapultano il lettore in un graphic novel a tinte molto forti

«Nel cuore di tenebra della città accadono cose che voi abitanti del giorno non potreste immaginare». Inizia con i toni secchi e aspri caratteristici dell’hard boiled il graphic novel Cacciatori nelle tenebre (Rizzoli) di Gianrico e Francesco Carofiglio (che si spartiscono i ruoli di sceneggiatore e disegnatore dell’opera), con una didascalia che sembrerebbe presa dalla pagine di un romanzo di Dashiell Hammett, di James Ellroy o di Joseph Conrad. Un testo incisivo che si snoda lungo i contorni dell’enorme ciminiera di una fabbrica abbandonata dove si tengono incontri di pugilato clandestino. Basta poco ai Carofiglio per trasportarci in un inferno dove «il silenzio umido di vicoli sordidi e di vecchie fabbriche abbandonate è squarciato dalle urla di uomini che combattono e dal pianto muto di bambini perduti». A ricoprire il ruolo di giustizieri e investigatori in questo caos spettrale sono i membri della «Sezione Fantasma», un gruppo di poliziotti ufficialmente inseriti nella Squadra Mobile di Bari (città riconoscibilissima anche se mai citata esplicitamente) ma che ha un margine di autonomia notevole, si occupano in particolare di casi di persone scomparse (soprattutto bambini). A guidare questo pool di agenti è l’ispettore Carmelo Tancredi che, dopo avere lavorato per la sezione omicidi e la sezione criminalità organizzata, ha deciso di votarsi a un altro tipo di indagini. Dai flashback che, a tratti, aprono ferite sul suo passato ci accorgiamo subito che Tancredi non è un poliziotto qualsiasi: qualcosa di oscuro lo tormenta ma al contempo è psicologo, esperto in interrogatori, ama la poesia giapponese e gli origami. Non meno tosti di lui sono i suoi compagni: il corpulento Lotàr, taciturno esperto di computer; il barbuto e riccioluto sbirro di strada Iena, che sembra preso di peso da un film poliziesco italiano degli anni Settanta; l’affascinante Nora, karateka e pittrice. Il ritrovamento del cadavere di Gaviali Filippo, ucciso nella sua palestra casalinga porterà i nostri eroi ad occuparsi di un giro di incontri di pugilato clandestino ma soprattutto di un racket che traffica una merce ancor più preziosa: i bambini. Con Cacciatori nelle tenebre i fratelli Carofiglio riescono nell’intento di creare un efficace spin off della fortunata serie di romanzi dell’avvocato Guido Guerrieri nei quali l’ispettore Tancredi appariva nelle vesti di comprimario. Francesco Carofiglio gioca con i neri e i bianchi e graffia drammaticamente la pagina consapevole della tradizione noir americana di disegnatori come Frank Miller e Will Eisner. Fin dalle prime pagine emerge anche la passione dei Carofiglio per il cinema, non solo per il segno astratto che potrebbe richiamare quello degli story-board ma anche nelle citazioni esplicite di alcune sequenze di film come Toro scatenato e Angel Heart.

E colpe e verità emergono in un’indagine a fumetti che ci ricorda ancora una volta come la giustizia spesso debba affrontare un cammino oscuro per essere messa in atto.

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