Popolare Milano, gli «Amici» fanno muro La conferma di Mazzotta è più difficile

Malgrado la rinuncia dell’amministratore delegato di Unipol, Carlo Salvatori, appare sempre più ardua la strada che dovrebbe percorrere Roberto Mazzotta per rimanere alla presidenza della Banca Popolare di Milano. Dopo Fabi e Fiba, ieri al termine del direttivo dell’associazione degli «Amici» anche la Uilca ha infatti chiarito che non appoggerà la ricandidatura del banchiere. Sebbene l’ultima parola spetti all’assemblea dei soci convocata il 25 aprile, quello della Uilca appare un segnale cruciale sia perché questa sigla è da sempre ritenuta tra le più vicine a Mazzotta sia perché gli «Amici» sono la stanza di compensazione attraverso cui i potenti sindacati interni esprimono la gran parte del consiglio di amministrazione di Bpm. In sostanza la Uilca ha deciso di privilegiare una soluzione condivisa con Fabi-Fiba e Fisac, con cui sono in corso contatti per scegliere un candidato unico alla presidenza. Una posizione che, insieme all’alt a Mazzotta già emerso la scorsa settimana sempre dagli Amici, dimostra che la larga maggioranza dell’Associzione punta a un ricambio al vertice della banca che oggi riunisce il cda per approvare i conti (160 milioni di utile il consensus degli analisti) e forse discutere dei Tremonti bond. Anche se i tempi stringono (le liste devono essere presentate entro l’8 aprile), al momento non c’è però alcuna candidatura formale: si parla di Treu, Benvenuto o Mancuso.

Il direttivo degli Amici ha poi discusso del programma dei soci-dipendenti, sul quale sta lavorando una commissione ad hoc. Mentre il presidente di Bpm 360gradi, Davide Croff, ha ribadito che «è assolutamente possibile» che l’associazione presenti una propria lista di minoranza.

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