Il popolo tradito nella sua fiducia ha diritto a pubbliche scuse

(...) Ecco, oggi, posso tranquillamente dire che mi sono pentito. Che la scelta di far prevalere ciò che mi diceva la testa, piuttosto di quello che mi suggeriva e quasi mi ordinava la pancia, come un imperativo categorico, è stata assolutamente sbagliata. Che un eccesso di lealtà verso il popolo dei moderati, nei cui confronti ho un debito di gratitudine immenso, mi ha tradito. E - come sto facendo personalmente con tutti coloro che mi telefonano e mi fermano per strada gridandomi la loro rabbia e il loro sconforto per aver gettato la loro preferenza - mi scuso personalmente, uno ad uno, con ciascuno di voi.
Mi piacerebbe, ora, che lo facesse chi l’ha messa in lista, i vertici del Pdl ligure che l’hanno candidata e che hanno visto, loro per primi, tradita la loro fiducia. Seguiti da tutti i loro elettori, che meritano comunque un ringraziamento e pubbliche scuse per una candidatura sbagliata. Può capitare, non è un dramma. Anche se magari, se la prossima volta ci fanno una telefonata prima, non capita più.
Claudio Scajola in primis e Michele Scandroglio sono gli artefici di un vero e proprio miracolo, di un trionfo elettorale che ha portato il Pdl ligure ad essere il primo partito della regione, traguardo impensabile solo pochi anni fa e addirittura il più forte di tutto il Nord Italia. E qui siamo ai confini della fantascienza. Non si meritano, loro per primi, di vedere queste notizie oscurate da polemiche iniziate addirittura a campagna elettorale ancora in corso e a urne appena chiuse.
Scandroglio, in particolare, anzichè accuse a reti unificate meriterebbe un plauso pubblico per essere stato uno dei pochi, fino all’ultimo, a proporre altri nomi dopo il rifiuto di Enrico Musso a candidarsi, a partire da Gino Morgillo che, se non avesse frenato, con ogni probabilità oggi sarebbe l’eurodeputato ligure.
In particolare, sembrano risibili le accuse a Scandroglio di aver fatto votare la candidata lombarda Ronzulli, su indicazione di Berlusconi. E allora? Cosa c’è di male? Qual è il problema se Berlusconi sceglie un candidato, visto che i voti sul simbolo del Pdl ci sono soprattutto perchè c’è Berlusconi. Fra l’altro, non è che siamo di fronte allo scoop del secolo e nemmeno a quello del Secolo: quando iniziò la polemica sulle veline, il premier disse serafico che avrebbe fatto campagna per la Ronzulli, per Laura Comi e per Barbara Matera convinto delle loro qualità personali e di preparazione. Poi, possono piacere o non piacere, si può votarle oppure no. Ma dov’è lo scandalo se Berlusconi fa votare Ronzulli e se Scandroglio e Scajola fanno votare Ronzulli? Ma di che stiamo a parlare?
Quando ci sono le liste bloccate - che a me personalmente fanno orrore - ci si lamenta. Ma è surreale che, quando ci sono le preferenze, si invochino le liste bloccate o qualcosa di simile. È surreale che, in una gara con le preferenze, ci si lamenti perchè un partito non convoglia tutti i voti in una direzione. Fra l’altro, dimenticando la gratitudine non solo nei confronti del Giornale per aver appoggiato una candidatura nonostante ci fossero milleeuno motivi per non farlo, ma anche nei confronti del partito che ha messo in lista un unico candidato ligure. Scelta che vale ben più di un pacchetto di voti prestato alla Ronzulli.
Ultima osservazione, tutta personale. Io sono bergamasco, ma mi sento genovese e ligure fino al midollo e ho scelto di venire a lavorare e di restare a lavorare a Genova. Scelto, fortissimamente scelto.
Ma posso dire che mi pare ridicolo fare polemiche sulla presenza o meno di un ligure in più all’Europarlamento? Stiamo parlando del luogo per eccellenza dove la provenienza degli eletti è un particolare. A me non interessa che un europarlamentare sia ligure o aostano. A me interessa che sia bravo, capace, preparato, onesto, serio e che non tradisca il mandato. Che non faccia come i Liberaldemocratici ex seguaci di Dini al Parlamento italiano Daniela Melchiorre e Italo Tanoni, che stavano a sinistra, si sono fatti eleggere con il Pdl e poi, dopo qualche mese di legislatura, sono ripassati all’opposizione.
Al di là di non condividere le sue idee, una delle migliori eurodeputate uscenti è stata la Verde Monica Frassoni. Sapete dov’era stata eletta la prima volta? In Belgio. E il politologo francese Alain Duverger? Dal Pds in Italia.

Così come Democrazia proletaria candidò in Italia indipendentisti irlandesi e baschi e Giulietto Chiesa e Giuliano Giuliani sono andati a cercar fortuna (fortunatamente senza trovarla) nei Paesi baltici e in Grecia.
Insomma, l’idea che si parli di «eurodeputato ligure» fa francamente sorridere. A meno che, in futuro, si punti tutto sull’annessione del principato di Seborga all’Unione.

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