Politica

La porno-prof si difende: «Non pratico l’hard»

Gabriele Villa

nostro inviato a Pordenone

«Le racconto la mia verità ma il mio nome vero non deve apparire». Dopo due giorni di silenzio, chiusa nella sua villetta di Pordenone, con le finestre appena accostate e le tapparelle calate che proteggono dal sole e dai ficcanaso, assediata per tutto il giorno dai fotografi e dai curiosi, a riflettere sul da farsi, sceglie la notte per far chiarezza la professoressa dello scandalo. Insomma una bella donna. Da quattro anni, da quando un gruppo di liceali scoprì le sue foto hard in un sito internet, per lei, insegnante di lettere dalla carriera irreprensibile, folta capigliatura scura e incedere sicuro, è scoppiato l'inferno. Ed ora, tra uno strip e un gossip, a pochi giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico, la pornoprof è tornata alla ribalta del nuovo anno scolastico: viene convocata dal preside della scuola media per riprendere a far lezione il giorno 11 settembre ma la gente riprende a mormorare. «Quella lì non la vogliamo, siamo pronti alla guerra, non escludiamo nulla compresa la possibilità di tenere i figli a casa», tuona l'assemblea dei genitori. Il preside della Media che sulle prime sembra ben disposto ad accoglierla per il secondo anno consecutivo («Allo stato attuale non esistono provvedimenti straordinari, né tanto meno sentenze della magistratura che autorizzino a esonerare la professoressa dall'incarico...») poi è costretto a cedere. Prende tempo. Col risultato che l'insegnante sotto tiro, gira i tacchi perché si sente umiliata e offesa. «Non voglio più parlare di questa storia: in quella scuola io non insegnerò più», sbotta non più tardi di tre giorni fa e accetta di buon grado di traslocare al «Ctp» di San Vito al Tagliamento, un centro serale per l'educazione degli adulti. Così è stata costretta nuovamente a un batti e ribatti di smentite e mezze ammissioni e a non far mistero delle sue propensioni per il genere porno. E per una doppia vita che da una parte la vede docente modello e moglie e madre esemplare di due figli, dall'altro protagonista di servizi fotografici, strip-tease, nonché, com'è accaduto di recente per i suoi 38 anni, di una festa di compleanno in un cinema a luci rosse con tanto di materasso gigante al posto delle poltrone per gli invitati.
È mezzanotte quando, lontana dalla cattedra e anche dagli sguardi ammiccanti della gente, accetta di rispondere alle nostre domande. Frasi brevi dettate dalla voglia di tornare al più presto all'anonimato, risposte consegnate scritte all'avvocato Gerin che, al termine dell'estenuante maratona, ce le restituisce senza possibilità di replica.
Signora, ci racconta la sua verità su questa storia?
«A dire il vero su questa vicenda ho ben poco da dire. Faccio l'insegnante ed ho una mia vita privata, tutto qui».
Perché ha cominciato a dedicarsi all'hard?
«Le posso assicurare che non mi sono mai dedicata all'hard, un mondo che non pratico e non frequento».
Si sente vittima di una congiura o di una discriminazione come il suo avvocato sostiene?
«Ritengo che il mio avvocato abbia ragione quando dice che siamo di fronte ad un tentativo bello e buono di discriminazione: è come se la gente si lamentasse che un docente è gay o musulmano».
Perché non ha mai fatto nulla per nascondere il suo atteggiamento trasgressivo?
«La mia trasgressione? Posso solo dire che sono una persona molto riservata e preferisco che rimanga strettamente personale: vorrei ricordare che, come ben noto anche alla magistratura, le foto su internet non sono state pubblicate da me. Le ha fatte circolare qualcun altro».
Stare in classe con dei ragazzi specie da quando quattro anni fa il suo caso è uscito allo scoperto non le ha procurato imbarazzo?
«Direi proprio di no. Da quando è scoppiato lo scandalo ho insegnato, con merito e profitto, in numerosi istituti della provincia, senza mai avere alcun rimprovero o nota di biasimo. Quanto al polverone che qualcuno ha voluto sollevare in questi giorni, la scuola non è ancora iniziata».
Come sono stati i rapporti con la sua famiglia in questi anni burrascosi?
«Mio marito e i miei figli mi sono stati e mi saranno sempre vicino».
Suo marito e i suoi figli come commentano quest'altra sua attività?
«Non voglio rispondere a questa domanda».
Perché ha fatto questa scelta? Per trasgredire, per denaro, perché insegnare non le dava abbastanza emozioni?
«Ribadisco che non ho fatto nessuna scelta».
Perché continua ad insegnare se la sua vera vocazione è un'altra?
«Non ho nessun'altra vocazione se non quella di insegnare, professione che ho scelto liberamente di esercitare».
Accetterà il trasferimento nell'istituto per adulti di San Vito al Tagliamento?
«Certo, di buon grado. Insegnare sarà sempre il mio mestiere».
I commenti della gente di Pordenone non la turbano?
«Accanto ad alcuni detrattori ho ricevuto moltissime manifestazioni di solidarietà per quanto mi sta succedendo. Da questa esperienza mi sono resa conto che la gente mi è vicina».
Potrebbe pensare di lasciare la città se le polemiche continueranno?
«Non vedo perché dovrei. Il caso è stato montato dai giornali e da poche altre persone».
Cosa si sente di dire a chi l'accusa di avere una doppia vita?
«Sono una persona normale.

Non ho nessuna doppia vita».

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