Roma

Porte aperte a Castel Savelli Palombara Sabina fa festa

Domani, si festeggia san Biagio, il patrono: in piazza la tradizionale polenta con le lumache

Loredana Gelli

Nel cuore della Sabina Meridionale per gustare i piatti della tradizione. Il territorio è vastissimo e si estende a nord est di Roma, ai piedi dei monti Sabini, tra il fiume Tevere ed Aniene e tra romantici olivi secolari e splendidi ciliegi che ne caratterizzano il paesaggio. Palombara Sabina è situata ai piedi del Monte Gennaro e la sua struttura urbanistica è tipicamente medievale con una pianta che si sviluppa a spirale attorno a un colle conico.
Una città che nel tempo ha saputo rinnovare il suo fascino, lo stesso che attirò in questi luoghi molti patrizi romani che eressero ville bellissime di cui oggi restano colonne, statue e mosaici.
Per scoprire appieno l’atmosfera, domani - in occasione dei festeggiamenti in onore di san Biagio patrono - si svolge la tradizionale fiera, ricca di stand gastronomici dove si potranno degustare piatti tipici come la particolare «polenta con le lumache», detta «u cutturo» e scovare oggetti di artigianato locale.
Sarà aperto al pubblico il simbolo del paese, il Castello Savelli e, attraverso una mostra di costumi d’epoca sarà riprodotta una tipica ambientazione familiare di un giorno di festa. Ricca di risorse naturali, storiche ed artistiche, Palombara Sabina rappresenta un’interessante meta turistica: dall’ambiente incontaminato del Parco Regionale dei Monti Lucretili al Castello Savelli e all’Abbazia di San Giovanni in Argentella; dal Castiglione ed il Convento di San Nicola alle Terme di Cretone, ricche di acque sulfuree, piscine ed impianti sportivi.
Dalla strada lievemente in pendìo, l’alta torre duecentesca del Castello Savelli-Torlonia e il bel campanile a cuspide della chiesa patronale di San Biagio sono i primi a farsi notare. Arrivati nella piazza principale, Vittorio Veneto, si ammira la Chiesa di Sant’Egidio, il Palazzo Comunale e il Torrione del secolo XV e si sale attraverso viuzze strette e tortuose caratterizzate da piccole botteghe e vecchi laboratori artigianali fino al massiccio e severo Castello.
Ben conservati gli interni costituiti da ampi saloni con affreschi della scuola di Raffaello e la trabeazione, ora riportata all’origine. Nel maniero si susseguirono eventi importanti: fu arrestato l’antipapa Innocenzo (1180), il papa Onorio IV (un Giacomo Savelli) vi confermò il proprio testamento (1285), le sue stanze ospitarono le sezioni del tribunale nel processo contro i Templari (1300), vi trovò rifugio Benvenuto Cellini (1532) e, infine, vi nacque la venerabile Virginia Savelli Farnese (1602) fondatrice delle Oblate Agostiniane di Santa Maria dei sette dolori.
In fondo a Viale XXIV Maggio troviamo la collegiata di San Biagio, patrono principale di Palombara, dove sono visibili i resti della cella benedettina risalente al secolo XI. Una visita d’obbligo è quella all’abbazia di San Giovanni in Argentella, monumento nazionale, centro benedettino di grande prestigio e spiritualità fino al 1300 (a circa 2 chilometri dall’abitato sulla Via Palombarese).
La denominazione Argentella si presume derivi dalle acque che scendono copiose dalle colline circostanti, dal riflesso argento. Una sorgente d’acqua, un tempo ritenuta miracolosa, è nascosta, ancora oggi, nella cripta.
Tra le tappe enogastronomiche proponiamo i ristoranti «Quattrocento» in via del Plebiscito (0774-634500) in stile quattrocentesco dove gustare i piccanti gnocchetti alla palombarese e paste rigorosamente artigianali alle verdure; «L’Uliveto» in via Maremmana Km 17,500 (0774 66455) in un casale ristrutturato e «Il Fontanone dei Templari» in piazza V.

Veneto (0774-66748) che ripropone anche ricette d’ispirazione medievale.

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