È meglio una spiaggia o un porticciolo turistico? Ovvero, i porti turistici sono unoccasione di sviluppo o un problema? E ancora, come conciliare la nascita di porti turistici moderni e accoglienti con la difesa dell'ambiente? Sono le domande alle quali ha cercato di dare risposte il dibattito «Porti turistici tra sviluppo e difesa del paesaggio» organizzato dall'associazione culturale Polis (coordinata da Giancarlo Mai e presieduta da Gianni Costa) venerdì sera a Santa Margherita presso l'hotel Metropole. Relatori: il segretario della commissione trasporti della Camera Egidio Pedrini (Italia dei valori) e i senatori Luigi Grillo (capogruppo di Fi e membro della commissione trasporti) e Graziano Mazzarello (capogruppo dell'ulivo e membro delle commissioni Lavori pubblici e Comunicazioni).
Al centro del dibattito sono finiti subito i comitati che spesso rappresentano un forte freno alla nascita di nuovi attracchi per le barche o allo sviluppo di quelli esistenti. «Richieste legittime o egoismi di parte?», chiede il moderatore della serata, il caporedattore del Giornale, Massimiliano Lussana, che non ha esitato a contestare l'atteggiamento di alcuni mezzi di informazione che spesso tendono a mettere in evidenza le richieste (proteste) anche legittime di alcuni cittadini, rispetto alle decisioni comunali e, talvolta, all'interesse generale. E che l'interesse generale vada verso un progressivo aumento della capacità di posti barca, lo ha esposto chiaramente Grillo, uno dei padri della Legge organica sulla nautica approvata nel 2002 dal governo Berlusconi. «Si tratta - ha spiegato il senatore di Forza Italia - di una legge che ha ribaltato il rapporto tra cittadini e Stato. Stato che prima, sotto l'influenza di una certa cultura di sinistra che vedeva di malocchio il ricco che va per mare, torchiava gli appassionati del mare». Ora, con le nuove norme, possedere una barca di 10 metri, è come possedere una bicicletta. Non bisogna dichiarare niente a nessuno. Una scelta che ha permesso l'avverarsi di un vero boom in un settore che tra l'altro vede il nostro paese al primo posto mondiale nella cantieristica da diporto. Da lì il crescente bisogno di posti. Bisogni recepiti dalla Regione Liguria che, col piano della costa del 2000, ha previsto un aumento degli attuali 15 mila posti barca fino ai 25 mila circa del 2010. Un obiettivo che rischia di infrangersi contro i comitati.
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