Da Porto Napoleone a Santa Margherita

Gian Maria Bavestrello

Draghi, pirati saraceni, truppe napoleoniche, occupanti nazisti, celebrità e un filo conduttore: Santa Margherita Ligure. La Grande Storia si presta a una «sceneggiatura» che vede il piccolo borgo rivierasco nelle vesti, inedite, di protagonista. Accade grazie a Marco Delpino, giornalista scrittore, e alla sua indomita costanza nell'esplorare i monumentali annali firmati dallo storico Attilio Regolo Scarsella per estrapolarne gli episodi a cui la Perla del Tigullio deve l'attuale patrimonio di paesaggi, arte e costumi.
La sua fatica «Santa Margherita Ligure. Storia e cultura di una città» (Edizioni Tigullio) rappresenta un'importante tappa verso il 2012, anno di una doppia ricorrenza: le 1750 primavere del paese (fondato, secondo le fonti scritte, nel 262 d.C.) e il bicentenario dell'unione delle borgate di Pescino e Corte sotto l'insegna auto-celebrativa di «Porto Napoleone», poi mutata da Vittorio Emanuele I nell'odierna dicitura.
L'intitolazione del Comune a una Santa (Margherita Vergine e Martire di Antiochia di Pisida) sembra il suggello a una storia, come puntualizza l'autore, «intrisa di cristianità fin dalle sue leggendarie radici, che affondano nell'impresa di Giustino e Procopio, i discepoli del Vescovo martire Fruttuoso capaci, nel 259 d.C., di trasportarne su un periglioso natante le ceneri fino alla baia in cui un angelo disse loro di edificare una Chiesa per ospitarle: San Fruttuoso, il cui borgo è oggi aggregato a Camogli sebbene sia stato parte integrante, fino al 1797, di Pescino».
L'idea di un libro sulla storia di Santa ha destato forte interesse nell'amministrazione comunale che, sotto forma di patrocinio e contributo, ha voluto inviare una lettera aperta ai sammargheritesi. «La storia del nostro borgo - spiega l'assessore al turismo e alla cultura Giuseppe Pastine - è stata ingiustamente vittima di una trascuratezza che, fino ad oggi, ha privato i cittadini della possibilità di conoscere vari aspetti culturali della propria comunità e di tradurli in momenti di aggregazione».
Ma la storia locale indaga anche, per definizione, le vicissitudini che hanno prodotto nel tempo la scenografia della nostra quotidianità. «Questo libro - dice Silvio Landriani, vice-presidente dell'Associazione poeti autori e artisti d'Italia - ha il merito di invitare chi vive Santa Margherita a muovere lo sguardo in ogni direzione, a esplorare ogni via con la curiosità di chi compie una ricerca».

Per non alimentarsi solo del presente, ma anche della memoria di quei semplici uomini che hanno fatto la loro parte in questa lunghissima vicenda, «…con rassegnata tranquillità e con l'umile verità che da questa umile storia s'impara. Ogni storia, è vero, l'insegna; ma io non l'avevo mai imparata così bene come questa». Attilio Regolo Scarsella.

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