"Mi piace definire questo live una fotografia ingiallita dal tempo, ma dalla definizione in 4K. Di quelle che trovi nel cassetto e ti riportano alla mente tanti ricordi, però precisi e nitidi come solo l'ultima tecnologia sa fare". Marco Masini è cantautore legato visceralmente alle proprie canzoni, ama scrivere da sempre, da quando aveva undici anni e cercava di capire se, come dice lui, "con la musica avrei potuto davvero campare". È per questo che all'Unipol Forum di Assago, per il concerto di domani sera, ha studiato una scaletta dove gli arrangiamenti e il sound non sono mutati di un millimetro rispetto alle origini.
Ha uno spirito conservatore nella musica?
"Piuttosto non mi piace vestire di suoni condizionati dalla moda le mie canzoni. E neppure trasformarle a livello armonico. La mia attitudine è una forma di rispetto: verso le canzoni e verso il pubblico".
Il suo "Ci vorrebbe ancora il mare Tour" è partito a luglio e marcerà fino a dicembre, spazi e palazzetti pieni per celebrare 35 anni di carriera. È la risposta che si aspettava dal pubblico?
"Nel cuore me lo sentivo. Oggi lo vedo come un ulteriore step in una mia vita professionale che regala sempre sorprese, e le sorprese portano stimoli nuovi. È un obbiettivo raggiunto".
Qualche altra sorpresa stimolante?
"Sicuramente la mia nuova amicizia con Fedez, il duetto fatto con lui al Festival di Sanremo con quella che è stata definita la versione 2.0 di Bella stronza, l'aver collaborato musicalmente con il suo team, nel quale spiccano giovani produttori con una visione e dei metodi diversi dai miei. Misurarsi con altri mondi è sempre importante".
Nel live di Milano sono attesi ospiti: Fedez potrebbe salire sul palco?
"Sì, potrebbe esserci qualche amico e collega. Ma non voglio darlo per sicuro".
Milano non è mai una tappa come le altre per un musicista e cantautore: con quale spirito ci arriva?
"Agli esordi ero adolescente e passavo molto tempo a Milano. Fabio Boldi, fratello del celebre Massimo, mi convinse a entrare nell'etichetta Ricordi. Oggi salgo a Milano non necessariamente per motivi musicali ma di amicizia con tante persone".
Da tifoso della Fiorentina, sale a Milano proprio a poche ore dalle polemiche per quel rigore dato al Milan a San Siro.
"Sono tifosissimo della Viola ma anche appassionato del bel gioco e la mia squadra non ne sta facendo. Abbiamo perso non per quel rigore ma per non aver giocato. Fortunatamente non ho visto la partita in diretta perché ero in concerto a Lugano".
Tornando al suo concerto: c'è un brano, tra quelli in scaletta in questo live, che la diverte eseguire?
"Una canzone che mi soddisfa parecchio interpretare è Il Giardino delle Api, nemmeno uno dei miei brani più celebri. C'è un perché: io adoro il suono dell'organo Hammond, e mi piace suonarlo, pur non essendo John Lord dei Deep Purple. In questo brano, contenuto in un medley, lo faccio nel finale".
Progetti?
"Continuo a scrivere, ovunque, anche in taxi. E anche questa volta sono salito in anticipo a Milano, per chiudermi in studio. Ho canzoni che stanno crescendo e che diventeranno un album".