Porto Venere si sveglia sotto fango e massi

Porto Venere si sveglia sotto fango e massi

(...) Lo scenario apparso alle prime persone uscite di casa è irreale, specialmente per una mattina di metà agosto. Piazza Bastreri nel centro storico della nota località turistica, dove poche ore prima passeggiavano i turisti e gli abitanti, non c'è quasi più. Tutto sepolto da tonnellate di fango e sassi che sono scesi dalla collina, scivolando contro le mura medioevali. Un fiume innaturale che ha portato i detriti di una vecchia cava, attraverso un posteggio di recente costruzione, sino al mare, sconvolgendo il cuore del borgo. Nella sua corsa questo mare di terra e roccia ha travolto gli ombrelloni e i tavoli di un bar e di un ristorante, ha allagato negozi e distrutto le biciclette che i bimbi hanno abitudine di lasciare lungo il margine dell'area pedonale, per poi infrangersi contro i portoni delle case.
Ma non è finita qui, poco oltre in località Lagonera un canale è uscito dall'argine ed è sceso lungo la collina dell'Olivo tagliando in due la strada, l'unica arteria di accesso al borgo. Un secondo fiume di terra e fango che, potenziato grazie ai detriti di una serie di opere edilizie in corso di realizzazione, è sceso sino alla costa distruggendo il lato sinistro dello stabilimento balneare Arenella (l'altra metà è comunque allagata) e invadendo cantine, garage, ingressi e cortili delle case della zona. Poco sopra al Municipio, un terzo canale è esploso allagando un complesso di case per poi sfogare tutta la sua forza nella parte bassa del borgo, un mare di fango che ha imprigionato le auto in sosta, devastato un bar e colmato di detriti un distributore di benzina. Oltre a questo la conta dei danni parla di crolli della massicciata, di piccole frane, allagamenti vari e decine di natanti affondati. Alle 9 del mattino, quando la situazione è ormai chiara e nella zona stanno giungendo colonne di mezzi di soccorso, Porto Venere si scopre isolata e in ginocchio. La strada, l'anello a senso unico, bloccata in quattro punti e riaperta solo in tarda serata. Persino i soccorsi hanno difficoltà a muoversi. Per portare una donna in ospedale è necessario far intervenire una motovedetta della Guardia Costiera. Il fango e le rocce sono ovunque, le fogne esplose, in alcune case manca l'acqua e i danni sono evidenti nella loro definitiva drammaticità. Nessuna vittima. «Un miracolo, un miracolo della Madonna Bianca - spiega una donna - il 17 è la sua festa ed è lei che ha fatto il miracolo».
Ma l'emergenza del borgo di Porto Venere non è però un fatto isolato. La vicina e popolosa frazione delle Grazie è finita ancora una volta sotto il fango e sott’acqua. Un fatto eccezionale per vastità e danno, eppure quasi atteso. Ogni qualvolta piove, il borgo si allaga. Inevitabile che dopo la notte di pioggia sott'acqua finissero decine di esercizi commerciali, uffici e ristoranti. Un danno importante per chi forse non potrà riaprire neppure a Ferragosto. Ma questa volta, alla faccia delle molte segnalazioni, si è sfiorata anche la tragedia. Sotto accusa il canale Fontanella che parte in collina largo oltre 4 metri e poi dopo un paio di chilometri si insacca in un budello, largo meno di 2 metri, sotto l’edificio delle scuole medie e sotto un'abitazione. Era prevedibile che alla prima pioggia si tappasse: bastava vedere le tonnellate di materiale (piante e altro) esito della pulitura dell’alveo abbandonate. Dopo il taglio, i detriti sono rimasti tranquillamente dentro lo stesso canale. Poi, altra segnalazione caduta nel vuoto, il canale Fontanella transita nell’ex cava di località Fornace. Qui negli ultimi due anni sono stati accumulati quantitativi imponenti, decine di tonnellate, di materiale di riporto e durante la pioggia tutto è finito nel canale facendolo esondare. E così mentre in Municipio e in Prefettura si organizzava la macchina dei soccorsi, cresceva la polemica.


«Non sono state le frane, ma i canali che hanno tracimato e portato a valle tonnellate di materiale di risulta, spesso in zone in cui sono in corso opere edilizie», ha spiegato un tecnico. Intanto una prima stima parla di danni per milioni di euro, ma il timore di nuove piogge non farà dormire sogni tranquilli ai portoveneresi nei prossimi giorni.

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