Il posticipo

Resta il blasone e nulla più. Quello in scena stasera sarà il Roma-Juve meno prestigioso degli ultimi anni e non solo perchè salterà il confronto tra i numeri 10 (Totti e Del Piero, i cannonieri della serie A più prolifici in attività).
Una sfida declassata a zona-Europa League che dà il senso di un flop stagionale di due squadre partite con altri obiettivi. Infortuni in serie (gli ultimi ieri di Bonucci e Marchisio) ed equivoci nella campagna acquisti oltre che di progetti hanno appesantito le ambizioni bianconere. Vuoti di potere, egoismi e dissapori hanno incrinato lo spogliatoio giallorosso. Comunque vada a finire l’annata, c’è una gran voglia da parte di tutti di voltare pagina per ritrovare serenità. Magari salvando il salvabile, che per la Roma significa acchiappare un quarto posto - ottimo biglietto da visita per la nuova proprietà - e per la Juventus tenersi aggrappata all’Europa di seconda fascia. Dunque, nessuna può fallire l’appuntamento sotto i riflettori, specie la squadra capitolina che non batte i bianconeri in casa dall’8 febbraio 2004 (la sera del gesto delle 4 dita di Totti).
Olimpico di Roma vuoto a metà (non accadeva da tempo per la sfida tra giallorossi e bianconeri) e questo è un altro segno dei tempi. Nella Capitale in pochi si sono accorti di una partita così importante alle porte, distratti dall’avvento romano di Thomas DiBenedetto. «Può essere stato un vantaggio, ma ora bisogna concentrarsi su questa gara, vorrei la Roma del derby», il messaggio di Montella, che da giocatore ha avuto - per pochi mesi - Delneri come allenatore e ha vinto solo una volta (a Torino) in 17 sfide. Oggi avrà la rosa al completo.
L’Aeroplanino ringrazia per gli elogi il tycoon di Boston ma si dice ancora in bilico («non è detto che se arrivo quarto sarò confermato, così come se arrivo quinto debba andarmene, sono sereno e non ascolto le chiacchiere...», così il tecnico della Roma). Mentre DiBenedetto - che oggi ripartirà per gli Usa dove attenderà Unicredit per le firme entro il 15 aprile - incassa il sì anche ufficiale di Sabatini («ho dato la mia disponibilità a fare il direttore sportivo», ha svelato l’ex dirigente di Lazio e Palermo), dopo quello di Montali. Baldini ha invece preso tempo, perchè prima deve liberarsi dall’impegno con la federazione inglese fino al 2012 (possibile al momento anche un divorzio a ottobre a fine qualificazioni per l’Europeo).
Non può pensare ancora al futuro la Juve, che deve fare già fronte a voci di mercato e a un totoallenatore. In tal senso c’è la smentita di Van Gaal, a fine corsa con il Bayern Monaco. Intanto, Delneri non verrà toccato da qui a fine stagione.

Intanto il presente parla di un’infermeria strapiena: ko in 5 giorni Chiellini, capitan Del Piero e ieri Bonucci e Marchisio. Almeno gli ultimi due (solo contusioni rispettivamente al piede e al collo) saranno recuperati, per poter varare quel tridente d’attacco già sperimentato nella trasferta vincente di Cagliari. Semplice scaramanzia?

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