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Povere egiziane in fila per votare contro se stesse

Inquadrando ieri la massa di donne egiziane in fila per votare, con il capo coperto o scoperto, con i jeans o la gonna, allegre, speranzose in quello strumento meraviglioso di potere che sono le elezioni, tutte le televisioni del mondo occidentale hanno espresso il consueto entusiasmo: la primavera araba porterà la democrazia, menomale, si vede dalle donne. Invece sarebbe stato meglio sentire un brivido e avvertire quella particolare popolazione femminile sofferente, sfruttata e oggi speranzosa: attenzione, potrebbe prepararsi un destino peggiore.
Ci sono evidenti segni che la Fratellanza Musulmana, capofila di tutti i movimenti islamisti, la più organizzata fra le organizzazioni egiziane, sarà il vincitore delle elezioni di ieri. Allora, donne egiziane, sapete questo cosa significa, certo vi viene da ridere quando i Fratelli promettono che la loro fedeltà all'Islam sarà gestita con blandizia. La loro forza impositiva non tarderà a farsi sentire: tre persone su dieci sono illetterate e quattro vivono con meno di due dollari al giorno. È un ambito ideale per il fanatismo. Una pew poll di pochi mesi fa dimostra che il 60 per cento degli egiziani sceglie la sharia come legge da seguire strettamente, l’84 vuole la pena di morte per chi lascia l'Islam, il 77 dice che i ladri devono subire il taglio della mano, e, udite, l’82 che le adultere devono essere lapidate. Un terreno che i Fratelli sanno arare e seminare. Donne, preparate i fazzoletti.

Intendo i fazzolettoni per coprire il capo.

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