Pozzato deluso: «Non dovevamo dargli tutto quel vantaggio»

Lo svizzero: «Ho corso contro dei polli? No, sono io che non avevo altra scelta. E sono stato bravo»

da Sanremo

Coglie l’attimo, ma dopo l’arrivo. Subito dopo aver tagliato il traguardo, con un sorriso rabbioso dipinto in viso. Filippo Pozzato, il bel biondino, è per la grande occasione persa, per un bis nella Sanremo mancato di un soffio.
«La volata finale ha dimostrato che potevo vincere questa Sanremo – dice il vicentino della Liquigas -: sapevamo che concedere spazio a Cancellara nel finale sarebbe stato fatale, ma io credo che avremmo potuto riprenderlo, se tutti avessero però collaborato, anziché aspettare e attendere sempre che fossero gli altri a togliere le castagne dal fuoco. No, non mi sto lamentando con nessuno, perché ognuno fa la propria corsa e sa quante energie ha in corpo, ma questa è sicuramente un'occasione che abbiamo perso. Tutti».
La verità è che la grande occasione l’ha proprio persa lui, Filippo, uno degli uomini più attesi della vigilia, che si fa trovare pronto in ogni frangente e tentenna a due chilometri dal traguardo, quando Cancellara parte come un missile Patriot e le stelle stanno a guardare: da Freire a Rebellin, da Gilbert a Pozzato.
«La paura di perdere fa di questi scherzi e poi, alla fine, si perde – spiega Pozzato -. La verità è che dopo 7 ore di corsa la lucidità viene meno e Fabian è stato il più lucido di tutti. Se mi piace questo nuovo arrivo? Io francamente preferivo quello di prima, dove ho vinto due anni fa».
Pozzato schiuma rabbia, ma sa che c’è poco da dire: l’uomo da battere era Cancellara, e non si doveva lasciarlo andar via così. Lo sapevano tutti, anche Davide Rebellin, che però ci ha provato fino alla fine. «Ho fatto tutto il possibile, in volata sono veloce ma non velocissimo, ho fatto quello che ho potuto».
Sparisce nel finale anche Alessandro Ballan. Si vede poco e quando si vede è in affanno, soprattutto sull’inedita salita Le Mànie, Alessandro Petacchi. «Non sono arrabbiato – dice lo spezzino -. La mia condizione era buona, ma non super, questo è vero, così ho preferito non rispondere agli attacchi sul Poggio. Ho sperato fino all’ultimo che là davanti non andassero d’accordo, in modo da poter sperare in una volata. È andata così: meglio dell’anno scorso, per quanto mi riguarda». Gli chiediamo come mai si sia staccato sulle Mànie. Lui è chiarissimo: «Come ho detto, non ero super...».


Superlativo invece è stato Fabian Cancellara, che fa quello che pensa, che dice quello che fa: «Non avevo altra scelta: lì avevo deciso di arrivare, lì avevo deciso di scattare e lì ho fatto tutto il possibile per fare la differenza. Dietro dei polli? No, io troppo bravo».

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