Varsavia Questa volta è tutto maledettamente più difficile. I tedeschi non sono gli inglesi, maldestri allievi di un catenaccio vecchio e fellone. I tedeschi sono più giovani, risultano imbattuti da 15 partite ufficiali, sono capaci di fare gol e sono anche più freschi, con due giorni in più di riposo nei muscoli. Partendo da questi blocchi per la semifinale di stasera a Varsavia (a proposito, bello lo stadio, comodi gli accessi e i servizi, indecente il prato dove si gioca, molle e traditore), come è possibile realizzare l’ottava meraviglia, cioè l’ottavo successo ai danni dell'armata tedesca, schiantata dalle truppe azzurre in altre sette storiche occasioni? «Che facciamo, andiamo a casa? No, ce la giocheremo. E vi garantisco che sarà una sfida affascinante, aperta a qualsiasi risultato» è la risposta pronta di Cesare Prandelli che ha il viso riposato («ebbene sì, ho fatto ancora la pennichella, un po' mi vergogno…» la confessione) e il compito dichiarato di cancellare dalla testa dei suoi i tanti questi fattori negativi. «Stiamo bene, abbiamo recuperato, non possiamo accettare la più piccola stanchezza» è la rivolta di fronte all’evidente differenza tra Italia e Germania determinata da un calendario folle e strabico.
Questa volta è tremendamente più difficile che contro gli inglesi. Eppure Prandelli e i suoi han deciso di non battere altre strade, di non rifugiarsi nella ridotta di Buffon, di onorare il calcio praticato fin qui che ha ricevuto lodi e complimenti. «Non possiamo tornare indietro, dobbiamo accettare il duello, rischieremo qualcosa ma non vogliamo cambiare filosofia» le scelte del Ct hanno offerto la chiave d’accesso alla sfida che ha preparato per questa sera. «Per esaltare le qualità dei nostri centrocampisti, dobbiamo evitare di essere scolastici» che poi vuol dire scontati, ripetitivi, pronti a rinculare invece che affrontare i tedeschi a viso aperto. Come? «Con il palleggio che è la nostra arma letale, la utilizzeremo per uscire vivi dal loro pressing, altrimenti finirebbero con lo schiacciarci» è la stessa convinzione di De Rossi, perciò diffusa nello spogliatoio azzurro a tal punto da rappresentare una sorta di fede religiosa. Di qui la necessità di confermare in blocco il centrocampo ammirato con l’Inghilterra, imperniato su Pirlo naturalmente che è la musa riconosciuta della compagnia. Seguite con attenzione la posizione di Montolivo, gattone di marmo in qualche snodo della sfida ma decisivo con la sua posizione e le sue imboscate per contribuire a liberare Pirlo da eventuali sabotatori.
I rischi che Prandelli e la Nazionale han deciso di correre per trasformare un europeo inaugurato tra dissensi, veleni e sfiducie collettive in una cavalcata trionfale verso Kiev, sono più di uno. Perché non riguardano solo la scelta di non difendersi e basta e di sottrarsi al supplizio del pressing col palleggio. Si riferiscono anche alla voglia matta di recuperare un paio di esponenti, Chiellini e De Rossi non perfettamente in salute, eppure indispensabili per far salire la cifra tecnica e garantire il temperamento guerriero. L’ultimo test autentico, ieri sera, ha dato un esito confortante: sono ammaccati ma decisi a non arrendersi. Posizionare Chiellini sul binario battuto dal giovane e intraprendente Reus può essere un azzardo, ma l’azzurro assicura: «Sto proprio bene».
Quando finirà la benzina, nella parte finale della sfida, allora ci sarà bisogno non solo del fioretto, anche dello spadone. Perciò la tentazione di lasciare in disparte Antonio Cassano, spolpato dalle quattro presenze consecutive, è stata messa in un cantuccio. «Anche per un tempo ridotto può dare il suo contributo» la frase del Ct suonata come una riconferma completa del blocco azzurro di Kiev con l’ingresso di Chiellini al posto di Balzaretti. Diamanti, candidato alla sostituzione, può tornare utile nella mezz’ora finale. Nel taccuino di Prandelli, Diamanti ha soppiantato da tempo Giovinco. Il gol è il problema irrisolto della Nazionale. La Germania ha invece un rapporto eccellente: è vero, si è scatenata solo con la Grecia, con Portogallo e Olanda, ha tradito qualche tormento legittimo. Averne di gente come Podolski e Klose.
«Dobbiamo liberarci dell’ansia che dimostriamo in area di rigore» è il consiglio di Prandelli, non riferito soltanto a Balotelli. Dovesse sciogliere le tensioni, potrebbe stasera cominciare un altro europeo di Mario. E di una Italia senza più aggettivi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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