Il premier: un credente non può scegliere chi è contro la Chiesa

«L’opposizione vuole abolire l’insegnamento della religione a scuola, togliere il crocefisso dalle aule e cancellare l’8 per mille»

Gian Maria De Francesco

da Roma

«Anche la Chiesa deve poter esprimere il suo pensiero e il cardinale Ruini è un italiano come gli altri». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel comizio romano di ieri, ha chiamato a raccolta anche il mondo cattolico italiano con un accenno a uno dei suoi punti di riferimento: il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana e vicario della diocesi di Roma, più volte attaccato dall’Unione per le posizioni intransigenti in materia di difesa della famiglia e della vita.
«Voglio lanciare - ha detto il premier - un appello ai cattolici: è un controsenso calpestare i propri valori per dare il voto a chi vuole mettere il bavaglio ai vescovi. Il cattolicesimo vive e cresce dove c’è la libertà». Un messaggio tanto forte quanto inatteso, ma che si richiama ai principi liberali in base ai quali solo garantendo i diritti fondamentali come quello di espressione tutte le opinioni e le confessioni religiose possono manifestarsi.
Il richiamo di Berlusconi non si è limitato alle questioni di diritto, ma è entrato nel merito dell’attualità politica. Con un elenco dettagliato delle proposte avanzate dall’ala sinistra dell’Unione per l’abbattimento di alcuni simboli della tradizione cattolica italiana come la possibilità di destinare alla Cei l’8 per mille delle imposte sui redditi. «Nel centrosinistra - ha ricordato il presidente - vogliono eliminare la religione dalle scuole, togliere il crocifisso dalle aule e cancellare l’8 per mille e il Concordato tra lo Stato italiano e il Vaticano. Non credo che coscientemente un credente possa dare il suo voto e il suo appoggio a chi manifesta queste intenzioni contro la Chiesa».
L’affondo finale di Berlusconi è dedicato ai Pacs. «La sinistra, con i progetti che ha in testa, non ha una considerazione per la famiglia che per noi è sacra e fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna», ha incalzato il premier. Anzi, la stessa proposta avanzata lunedì sera nel «faccia a faccia» contro Prodi, l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, è interpretata come una misura a difesa della famiglia. «Perché solo tutelando l’87% degli italiani, che è proprietario di una casa si difende anche la famiglia», ha aggiunto il premier.
L’appello di Berlusconi si è concluso con un diretto richiamo alle parole di Ruini del 20 marzo scorso quando il cardinale riaffermò che la Chiesa indica agli elettori e ai futuri parlamentari «contenuti irrinunciabili come la famiglia legittima, fondata sul matrimonio». Secondo il presidente del Consiglio, «gli interventi fatti di questi ultimi tempi non sono stati delle incursioni della Chiesa nello Stato ma semmai una difesa della religione e della Chiesa dalle incursioni dello Stato». Anzi, nella fattispecie delle Regioni come la Puglia che hanno avallato questo tipo di unioni.
Vale, perciò, la pena ricordare cosa dissero alcuni esponenti dell’Unione dopo quell’invito di Ruini. «Offensiva delle gerarchie ecclesiastiche contro la laicità dello Stato», proruppe Marco Rizzo del Pdci.

«Le solite giaculatorie», soggiunse Franco Grillini dei Ds. «Il cardinale Ruini si comporta come un premier ombra», rintuzzò Enrico Boselli della Rosa nel pugno. Ieri il presidente del Consiglio ha chiuso la questione: «La Chiesa ha il diritto di esprimere la propria opinione».

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