da Roma
La constatazione più tranchant, dalla stessa maggioranza, la fa un ministro del governo Prodi, la radicale Emma Bonino: «Manca una linea politica sul Medio Oriente». Manca allItalia e al suo esecutivo, è chiaro. Aprendo le braccia ad Hamas dalle sabbie di Castiglion della Pescaia, Romano Prodi è riuscito a dare una scossa al fiacco dibattito politico italiano di mezzagosto, oltre che a mettere in subbuglio le diplomazie europee e mediorientali. Il centrodestra insorge e reclama un chiarimento in Parlamento, Israele protesta, Hamas ringrazia, la sinistra massimalista applaude. Il resto dellUnione tace imbarazzata. E ieri la titolare delle Politiche comunitarie e del Commercio estero ha messo il dito nella piaga: nel centrosinistra «si susseguono dichiarazioni contraddittorie tra di loro, tra chi vuole parlare con Hamas e chi non vuole parlarci» (diplomaticamente, la Bonino evita di sottolineare che spesso sono fatte dalle stesse persone), e a proposito del «dossier palestinese-mediorientale» piovono prese di posizioni «a volte mal riportate e a volte francamente improvvide». E ci sono pochi dubbi che, per il ministro, alla categoria di quelle «improvvide» appartiene anche la calorosa apertura di Prodi ai fondamentalisti islamici autori del golpe di Gaza. «Mi sembra - conclude la Bonino - che manchi il coraggio di affrontare il tema di fondo della questione. Siamo fermi ancora a due popoli due stati, invece che dire due democrazie, lambizione di pensare ad Israele nellUe non viene raccolta da nessuno, ahimè neanche dagli israeliani».
A sera, il portavoce del premier Silvio Sircana è costretto ad intervenire per cercare di spegnere le polemiche che divampano, e disperdere limpressione che palazzo Chigi sia diventato lo sponsor di Hamas, che il resto del mondo (a cominciare dai palestinesi dellAnp) vuole isolare: «Prodi ha detto che con Hamas è necessario lasciare aperto un canale di dialogo, che è cosa ben diversa dal negoziato, portato avanti da Olmert, da Abu Mazen e dal Quartetto guidato da Blair. Questo negoziato, ha ribadito anche ieri Prodi, ha il pieno appoggio del governo italiano». Insomma, conclude Sircana «chi vuole leggere nelle parole di ieri un cambio di rotta rispetto alle politiche europee si è sbagliato di grosso».
Dalla Cdl però piovono dure condanne alle parole del premier che «stanno provocando un caso internazionale», denuncia da Fi Paolo Bonaiuti, chiedendo che Prodi chiarisca in Parlamento qual è la linea dellItalia. «Una posizione irresponsabile», attacca Cicchitto. «Prodi scherza col fuoco», ammonisce lUdc. «Sembra Caruso... », ironizza il leghista Calderoli. Apprezzano invece il verde Paolo Cento («Il dialogo a distanza intrapreso tra il presidente del Consiglio Prodi e la forza politica palestinese Hamas è positivo e utile») e il Pdci. Duro lex radicale Daniele Capezzone, secondo il quale «è una follia pericolosa» mostrarsi «in sintonia con organizzazioni di fatto terroristiche, anzichè con Israele». Per lazzurro Quagliariello, «la stella polare della politica estera del governo è solo una: un antiamericanismo tendenziale ora giunto fino a legittimare movimenti terroristici e a intralciare gli sforzi di pace dei moderati israeliani e palestinesi».
Molto critico anche il senatore dellUlivo Furio Colombo: «O Prodi sa cose che noi non sappiamo, ad esempio che Hamas sia pronta a riconoscere Israele, o sta cadendo in errore. Non si aiutano i moderati legittimando i loro nemici». Margherita Boniver sintetizza la confusione mentale del centrosinistra: «La linea domenicale di Prodi contraddice quella di Fassino, che a sua volta aveva smentito quella del ministro degli Esteri DAlema».
«Premier irresponsabile venga subito a riferire alle Camere»
LUnione tace imbarazzata solo la sinistra radicale lo applaude. E la Cdl: «Sta scherzando con il fuoco»
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