Una sciarpa viola oggi, uninfervorata in tv domani, e alla fine il gioco del «dagli al Cavaliere» alla fine premia. Soprattutto in quei salotti particolarmente sensibili alla libertà di stampa compromessa dal tiranno di Arcore. Tanto che lassociazione Articolo 21, espressione del giornalismo militante (indovinate da che parte...), si sente in dovere di insignire i più strenui resistenti al «regime» in corso.
I premi intitolati alla memoria di Paolo Giuntella - quirinalista Rai nonché fondatore del movimento cattocomunista «Rosa bianca» - saranno consegnati stasera al Circolo di Montecitorio di Roma, nelloccasione i partecipanti si scambieranno anche gli auguri di buon «Natale dellinformazione». Chissà se Rosy Bindi reciterà la parte della Vergine Maria nel presepe vivente delle vittime dimbavagliamento. Proprio così, perché la presidente dei democratici ha meritato il riconoscimento - spiegano gli organizzatori - per «il forte attacco qualche settimana fa a Porta a porta da parte del presidente del Consiglio e per limpegno nella difesa della Costituzione italiana e della libertà di stampa». Arieccoci. Maligni noi a pensare che, la sera in cui il premier la battezzò con sarcasmo «più bella che intelligente», lagguerrita Rosy avesse un obiettivo tutto sommato più terra terra: fare a pezzi il Lodo Alfano e godere finalmente allidea di vedere Silvio Berlusconi in tribunale. La Bindi non è mica lunica a vedersi assegnato il prestigioso premio.
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