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«Prenderemo Cassano, ma tra un anno»

Tony Damascelli

Il re del mercato sta diventando un due di bastoni, con la briscola a denari. Decodificando il gioco delle carte si intende dire che Luciano Moggi deve fare i conti con quello che gli passa il convento o che, addirittura, passa davanti a lo convento suo. Insomma c’era una volta il mercato dei soldoni oggi è quello dei titoloni, c’era una volta il Gallia oggi c’è il telefonino, c’erano una volta i presidenti con la limousine adesso c’è il procuratore con l’estratto conto. E allora? Ne parla il succitato, Moggi Luciano, direttore generale e membro del consiglio di amministrazione della Juventus, società quotata in borsa.
Come va il mercato?
«Mi sembra improprio parlare di mercato».
E come lo definisce allora?
«Scambio di calciatori e scambio di prestiti».
Siamo in piena fiction anche nel calcio, dunque?
«Ci sono alcune eccezioni, come quella di Gilardino».
Che ormai è del Milan. Anzi del Chelsea. Anzi resta a Parma...
«Appunto. Dipende dall’epilogo della vicenda Parma. Può anche darsi che il compratore intenda mettere assieme una grande squadra e allora tiene Gilardino. Se così dovesse accadere allora sarebbe un mercato da fichi secchi».
Non male come immagine: no Gilardino, no mercato.
«Le cose stanno proprio così. Se io comprassi il Parma cercherei di rinforzarlo e non è detto che vendendo Gilardino possano arrivare altri elementi così forti da equilibrare la partenza e l’importanza di Gilardino stesso».
In verità ci sarebbe anche la questione Cassano.
«Noi abbiamo la migliore difesa e il miglior attacco del campionato: abbiamo preso un uomo per reparto, Kovac, Giannichedda e Mutu. Dove metto Cassano?».
Tra un anno Nedved avrà trentatré anni e Del Piero trentadue. Ecco dove potete mettere Cassano.
«Ne riparleremo tra un anno, allora».
Quindi Cassano resta dove sta?
«Credo di sì».
E lei Moggi, l’attaccano in tanti e in tanti la cercano? Quando scade il suo contratto?
«Ho un accordo particolare, a tempo indeterminato. Vorrei restare alla Juventus, lavoro con tranquillità e la stessa società è tranquilla con me. C’è una simbiosi che ha dato buoni risultati. Mi fa piacere sapere di essere richiesto ma di fronte alle critiche, spesso di chi deve nascondere i propri errori, ho capito come difendermi. Ho deciso di sopravvivere».
Quando arriverà l’ora di un altro Agnelli o erede della famiglia nel consiglio di amministrazione della Juventus?
«Non lo so, non posso rispondere alla domanda ma vi dico che anche così noi sentiamo la loro presenza al nostro fianco. È un segnale importante».
Chi tra Lapo, John e Andrea assomiglia maggiormente all’Avvocato?
«L’Avvocato resta inimitabile».
Torniamo al campionato, a venti squadre nell’anno del mondiale....
«Arriveremo più cotti del solito alla vigilia della coppa del Mondo ma spero che la qualità dei nostri calciatori metta da parte il logorio di una stagione intensa».
Lei ribadisce la sua opinione sfavorevole al campionato a venti squadre?
«Sì, aumentano i costi, aumentano i premi perché le rose vengono infoltite e così non c’è via di uscita, del resto la qualità del gioco si abbassa, ci sono squadre che farebbero bene in serie B ma in serie A hanno difficoltà enormi e non di bilancio».
Qual è il primo obiettivo della Juventus?
«La Juventus non ha una scala di obiettivi, si va in campo per vincere, sempre. Prendete l’ultima edizione della Champions: con quel gol annullato a Del Piero contro il Liverpool forse in finale ci saremmo arrivati noi (c’era il Chelsea di mezzo n.d.r), poi magari non avremmo vinto ma a volte conta la fortuna».
Chi c’è alle spalle della Juventus?
«È ancora presto per fare previsioni. Comunque dico Milan, come sempre e aggiungo l’Inter che ha un gruppo di campioni con un potenziale eccellente, inespresso e comunque capace di arrivare a grandi risultati».
Vuole far credere che il mercato della Juventus è finito?
«Dobbiamo risolvere le tre comproprietà con la Fiorentina, Chiellini dovrebbe tornare a Torino, Miccoli fermarsi definitivamente a Firenze mentre per Maresca si potrebbe rinnovare la comproprietà. Legrottaglie andrà al Siena, per Tudor abbiamo richieste».
E Buffon?
«Non lo cediamo».
Poi all’ultima ora, come accadde con Ibrahimovic, farete il colpo.


«No, la squadra è a posto».
Consiglio per i lettori: ritagliate quest’ultima frase e incollatela al muro o alla bacheca, per un controllo quotidiano. Tenete d’occhio calendario e orologio. Moggi Luciano ha perso il pelo ma non il vizio.

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