L'astensionismo «è l'unica cosa che mi preoccupa». E non di certo le questioni legate al Comitato Nord, specie dopo che Umberto Bossi, il fondatore della corrente interna alla Lega, ha garantito sul suo sostegno: «Se ci sono singole persone che intendono dialogare per questioni personali con un altro partito - dice il presidente della Lombardia Attilio Fontana - non è la prima volta che accade e non sarà l'ultima, ma credo che incideranno in maniera minima rispetto all'esito elettorale». Il riferimento è ai quattro consiglieri espulsi dal Carroccio che hanno intavolato una trattativa con Letizia Moratti. «E mi dispiace - ammette il governatore - perché sono tutte persone con cui ho lavorato bene in questi anni». Ad ogni modo «la cosa importante è la scelta fatta da Bossi», per questo adesso l'unico rischio è legato alla scarsa affluenza alle urne registrata nelle ultime tornate: «Mi preoccupa che i cittadini si stiano disinnamorando un po'. Credo sia un'anomalia che in questi tempi ci sia una partecipazione così bassa». Se rieletto, il primo obiettivo «su cui ci concentreremo è sicuramente quello di abbattere le liste d'attesa che si sono create in questi anni in tutto il Paese, un problema che noi vogliamo risolvere prima degli altri».
Il presidente ieri ha anche ringraziato gli operatori sanitari impegnati nella lotta al Covid durante un evento al Teatro Dal Verme: «All'inizio della pandemia nessuno avrebbe detto che ce l'avremmo fatta. La situazione era da far tremare i polsi». E la sanità non va «ribaltata» come afferma lo sfidante del centrosinistra Pierfrancesco Majorino, «un'idea assurda: ogni anno il nostro sistema offre prestazioni a circa 180mila persone che arrivano da altre Regioni o dall'estero».
E poi la sostituzione dell'assessore al Welfare Giulio Gallera con Letizia Moratti «in quel momento ricorda Fontana penso sia stata una scelta giusta». Poi si è verificato ciò che ormai è storia nota, con la candidatura di Moratti al di fuori del centrodestra. «Mi ha lasciato perplesso, soprattutto perché improvvisamente, dopo essere stata storicamente una rappresentante del centrodestra, ha deciso di sostenere una coalizione che durante i nostri dialoghi mi ha sempre detto di non poter accettare». E comunque non c'era nessuna promessa di successione, quantomeno da parte sua: «Se è stata fatta da qualcun altro non lo so, ma io ho una visione diversa delle istituzioni che non sono una questione dinastica. E non avevo titolo per garantirle la successione».
Fontana incassa il sostegno del movimento Popolari Liberali di Carlo Giovanardi e di altre sedici associazioni di ispirazione cristiana. E insiste sull'autonomia «che non è altro che l'applicazione di una parte della Costituzione». Ai governatori del Sud «dico che è un'opportunità per tutte le Regioni». Mentre sulle accuse per i ritardi delle opere per le Olimpiadi invernali del 2026 che arrivano da Majorino, Fontana gli fa notare che «le problematiche relative alle infrastrutture sono di competenza di una società per azioni costituita dal governo nel 2021 con due anni di ritardo. Ne chieda conto a chi c'era in quel periodo, ahimè il Pd».
Il presidente, infine, smentisce ironicamente il fatto che Silvio Berlusconi voglia che si tagli la barba: «Non corrisponde a verità.
La tagliai quando smisi di fare il sindaco e su richiesta di mia figlia. Me la sono fatta ricrescere alla fine del Covid, ma lui non mi ha detto niente. Evidentemente, nonostante quest'anomalia, gli vado bene anche con la barba».
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