Separmurat Niyazov, 64 anni, è il presidente del Turkmenistan. Era il segretario del Partito comunista turkmeno quando si sgretolò lUrss. Ha preso il potere da allora e adesso la sua è lunica nazione che è rimasta legata alla concezione del potere sovietico. Ci sono le elezioni sì, ma con partito unico. Lui è presidente eletto a vita. Niyazov, però, ha fatto di più: ha dichiarato guerra alle antenne paraboliche, si è fatto ribattezzare «turkmenbashi» (padre di tutti i turkmeni), e con lo stesso nome ha fatto chiamare città, scuole, aeroporti, persino un dopobarba e un meteorite caduto nel 1999. Ha trasformato il calendario, cambiando i nomi dei mesi: gennaio ovviamente è turkmenbashi, aprile si chiama Gurbansoltan, ovvero il nome di sua madre.
I ragazzi delle scuole devono avere tutti la Ruhnama, il «libretto rosso» versione turkmena che poi è il suo libro preferito: 400 pagine da imparare a memoria. Adesso, stanco di troppa adulazione, ha deciso di indire un premio per il giornalista con meno piaggeria.Il presidente che ha cambiato il calendario
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