Il Tar del Lazio ha sospeso fino al 29 aprile la revoca di Aams nei confronti delle agenzie ippiche storiche. La seconda sezione ha concesso sospensive perfino a quei concessionari che non hanno partecipato al bando. Il danno è stato ugualmente consistente perché, il 1° aprile, è bastata la chiusura di 80 agenzie per creare un buco di 400 mila euro rispetto alla raccolta dello stesso giorno della settimana precedente. A questo punto cè da chiedersi se Aams riuscirà ad aggiudicare le nuove concessioni entro la sospensiva prevista dal Tar. La risposta è positiva secondo Antonio Tagliaferri, direttore strategie di Aams: «È fuor di dubbio che sull'espletamento e definizione della gara per l'affidamento dei 3mila punti di gioco hanno inciso negativamente varie vicissitudini, per di più aggravate da un contenzioso attivato a ridosso del termine ultimo di presentazione delle domande di partecipazione al bando di gara. LAmministrazione dello Stato, nonostante tutto, ha proceduto e sta procedendo nei tempi più brevi possibili allassegnazione delle nuove concessioni, con ciò perseguendo linteresse dello Stato e dellintero comparto ippico».
Si poteva procedere diversamente per evitare lo stato di generale confusione che sè ingenerato nel settore? Lo chiediamo a Raffaele Palmieri, presidente del Sicon.
«Ci siamo trovati di fronte a una specie di balletto. Aams, revocando la concessione alle agenzie storiche, ha rispettato il termine del 31 marzo fissato perentoriamente dalla Commissione Europea. A loro volta le agenzie hanno ripreso la raccolta grazie allintervento urgente del Tar. Tutto come prima o quasi. Ma quanti costi inutili, e quante energie spese invano».
Chi non ha risposto allappello?
«È mancata la politica che su questo bando ha proceduto a tentoni, tirata per la giacchetta da più parti, e non ha avuto le idee chiare. Aams non centra nulla, ha fatto quello che poteva e doveva in base agli input che a ondate diverse arrivavano dal Parlamento. Sono anche venuti meno i grandi operatori che su questi problemi dovrebbero avere una visione comune e fare lobby insieme».
Perché tanto accanimento da parte dellUnione Europea?
«Siamo più avanti di tutti al mondo, il riconoscimento è unanime. In Spagna, dove lavoro, vogliono copiare i nostri regolamenti. Eppure la Corte di Giustizia quasi si diverte a prenderci di mira. Sulle agenzie storiche non sè spiegato abbastanza che il rinnovo senza bando non era fine a se stesso, ma legato ad altri fattori quale la spalmatura in più anni del minimo garantito. E adesso chi tutela i concessionari che perderanno il lavoro?».
Continua il tourbillon sullapertura e chiusura dei punti legati a Stanley
«Una barzelletta.
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