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Preso il serial rapinatore che assaliva gli anziani Uno ucciso per pochi euro

BolognaA 93 anni era il bersaglio ideale. Non poteva difendersi, non gli poteva creare problemi. Era un bersaglio facile e fragile. D’altra parte Giuseppe Acampora, 36 anni, tossicodipendente napoletano, di Torre del Greco, è specializzando in rapine agli anziani.
Ma domenica 9 agosto gli è andata male. C’è scappato il morto. Ha aggredito alle spalle Dante Pettazzoni, ferroviere di Crevalcore in pensione, che era andato a Bologna a trovare la sorella. L’anziano, che camminava da solo per la strada, è stato riempito di pugni e gettato a terra: trauma cranico e femore spezzato. Una scena agghiacciante, secondo la polizia di Bologna. Acampora non si è certo fermato a soccorrerlo, ha preso il taglierino, gli ha aperto i pantaloni e ha preso il portafogli: all’interno c’erano 275 euro. Pettazzoni è morto tre giorni dopo in ospedale.
Alla rapina, però, aveva assistito una testimone che, ieri, ha accettato la richiesta delle forze dell’ordine di assistere a un confronto all’americana che ha portato a incastrare il napoletano, autore di recente anche di altre due rapine: una era andata a segno, l’altra era stata sventata grazie ad alcuni passanti. Acampora è stato rintracciato da polizia e carabinieri di Bologna e ora è in carcere. È indagato per omicidio volontario e rapina ed è stato fermato pure per gli altri due colpi, messi a segno l'11 e il 13 agosto, entrambi confessati. A suo carico, inoltre, è stata applicata l’aggravante prevista dalla nuova normativa sulla sicurezza, cioè la «minorata difesa delle vittime», considerando la loro età avanzata.
Senza fissa dimora, è stato incastrato dall’imprecazione «Chi t’è stramuorto», pronunciata in dialetto napoletano subito dopo la rapina a Pettazzoni e udita dalla testimone. Un istante più tardi la donna ha visto il 36enne campano allontanarsi dal luogo della rapina, in zona stazione, con qualcosa in mano, forse il portafogli dell’anziano.
La polizia ha chiuso il cerchio attorno ad Acampora lo scorso 14 agosto. L’uomo ha precedenti per rapine, furti e spaccio. Le indagini della squadra mobile si sono incrociate con quelle dei carabinieri sull’omicidio. Per gli inquirenti le rapine presentavano numerose analogie: l’aggressore sorprende le sue vittime di spalle, le spinge e le rapina del portafogli (o tenta di farlo), strappando l’intera tasca dei pantaloni o della giacca. Dapprima in via Musolesi ha fatto cadere un 78enne che ha riportato fratture multiple alle costole (con sé aveva 110 euro, un mese di prognosi), due giorni dopo in piazza Trento e Trieste davanti alla procura di Bologna, un 85enne è stato salvato dall’arrivo casuale dei passanti.
Acampora ha negato ogni responsabilità nell’omicidio. Ieri mattina la testimone l’ha riconosciuto fra altri quattro campani mentre pronunciava lo stesso insulto della rapina. Un anno e mezzo fa era stato arrestato per aver rubato un cellulare in un tribunale, lo scorso 4 agosto è stato denunciato per furto all’ospedale Sant’Orsola. «Ancora una volta - si compiace il pm Valter Giovannini - un testimone non si è voltato dall’altra parte: l’invito rivolto dalla Procura a collaborare è stato raccolto dai cittadini». Le indagini continuano e per ora il pm Elisabetta Melotti non ha firmato il fermo di Acampora per omicidio, di cui è fortemente indiziato.

La squadra mobile di Bologna sta anche cercando i collegamenti fra il napoletano e altre rapine commesse di recente.

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