Roma - Il Vaticano e la Conferenza episcopale italiana seguono con attenzione e qualche apprensione l’evolversi della situazione politica nel nostro Paese: «Noi vescovi siamo angustiati per l’Italia», aveva detto il cardinale Angelo Bagnasco a fine settembre. E non vedono di buon occhio l’eventuale alleanza tra l’Udc di Pier Ferdinando Casini e il nuovo partito fondato da Gianfranco Fini.
Nei giorni scorsi si è svolto un colloquio tra Casini, leader dell’unico partito che fa riferimento esplicito al popolarismo cristiano e ai valori della dottrina sociale della Chiesa, e il cardinale Camillo Ruini. Il porporato emiliano non ha agito di sua iniziativa. Era stato infatti il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a chiedergli di contattare Casini per metterlo a conoscenza delle preoccupazioni della Chiesa. Come si ricorderà, fino a due settimane fa la nascita di un’alleanza centrista comprendente anche Futuro e Libertà era considerata l’approdo più probabile per Casini e Francesco Rutelli, intenzionati, come Fini, a concludere l’era del Cavaliere. Ma l’avvicinamento dell’Udc ai finiani è una prospettiva temuta nelle sacre stanze a motivo delle aperture più volte manifestate dal presidente della Camera su temi eticamente sensibili, come ad esempio il fine vita e il riconoscimento delle coppie gay.
Come si è visto, negli ultimi giorni il quotidiano cattolico Avvenire, che aveva già polemizzato proprio con Fini all’indomani del discorso di Perugia, dopo la partecipazione di Beppino Englaro e Mina Welby alla trasmissione Vieni via con me con Roberto Saviano, ha condotto una campagna di sensibilizzazione per far sì che ottenessero visibilità anche quelle famiglie che continuano a lottare, e di quei malati che pur immobilizzati a letto desiderano continuare a vivere. È significativo notare che, dopo l’incontro con Ruini, il quale si è fatto portavoce delle istanze del presidente della Cei in merito ai «valori non negoziabili», Casini è parso frenare sull’alleanza con Futuro e Libertà. E due giorni fa si è presentato davanti ai cancelli della Rai a viale Mazzini, a una manifestazione per chiedere spazio sulla Tv pubblica anche per quei malati che la pensano diversamente da Englaro e Welby.
E la Segreteria di Stato? A quanto pare il giudizio negativo su Fini è condiviso anche nei sacri palazzi vaticani, che pur tengono aperti canali di dialogo con tutti. Mercoledì 17 novembre si è svolta Oltretevere una cena alla quale hanno partecipato alcuni esponenti del mondo cattolico. Fra questi, anche il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Al termine della cena, si è affacciato per una ventina di minuti il cardinale Tarcisio Bertone, «primo ministro» di Benedetto XVI. Che nel suo breve saluto ha manifestato preoccupazione per le posizioni di Futuro e Libertà sui problemi etici – confermando che il presidente della Camera non è ben visto a motivo delle sue prese di posizione negli ultimi due anni – e si è quindi soffermato sulla situazione politica. Ha ricordato che molti autorevoli ambienti, vista la congiuntura economica e finanziaria internazionale, condividono l’idea che una crisi di governo al buio sarebbe sconsigliabile in questo momento.
Sia per la Segreteria di Stato sia per la Conferenza episcopale, il problema non è e non è mai stato Berlusconi sì o Berlusconi no.
È piuttosto un altro: se cade il Cavaliere, chi prende il suo posto? E di quali valori si farà portatore in merito alle questioni etiche? Su questi temi si registra comunque un malessere di alcuni cattolici nel centrosinistra: Bonanni ha avuto contatti con Giuseppe Fioroni del Pd, il quale non scarterebbe a priori l’ipotesi di uscire dal partito nell’eventualità si costituisse un’area centrista. Infine, ambienti vicini al Segretario di Stato confermano che si sta lavorando a un incontro anche con il leader della Lega Umberto Bossi e con ministro Roberto Calderoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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