È primavera, a tavola sbocciano i fiori

DA BERE Da sempre hanno importanza nella preparazione di tè e tisane Le violette della fabbrica di marron glacé e le confetture floreali tutte da spalmare

La primavera a Roma fa fiorire pure la tavola. D’altronde, i fiori sono così belli, colorati e profumati che sembra difficile che non siano anche golosi. La teoria diventa certezza quando si pensa ai tanti che sono talmente presenti nelle ricette nostrane da far dimenticare la loro natura. Basti pensare a quelli delle zucchine e a carciofi, capperi e zafferano. Con questi precedenti non stupisce che molti grandi chef si siano lasciati sedurre nel corso degli anni, e soprattutto, delle primavere, da creazioni fiorite, dal primo piatto al dolce, passando per infinite varianti d’insalata.
Se quelli da mangiare sono una moda moderna, i fiori da bere sono una tradizione così antica da perdersi nel tempo e oggi sono pure l’ultima tendenza di stuzzicanti break e merende. A farla da padrone, in entrambi i casi, è la dolcezza. Chi preferisce piatti «pronti» può puntare sulle torte, da quelle classiche, come la pastiera napoletana con il suo aroma di fiori d’arancio - ottima da Panella (via Merulana 54; 064872344) - a quelle più recenti, come le creazioni di Marco Rinella da Cristalli di Zucchero, che tra le tanti «tortine», ne firma una con tè verde e petali di rosa (via di Val Tellina 114; via di San Teodoro 88; 0658230323), senza dimenticare le violette cristallizzate della Fabbrica di Marron Glacés Giuliani (via Paolo Emilio 67; 063243548).
Chi, invece, vuole personalizzare le proprie «pause» golose, può puntare su mieli e marmellate. Diversi i fiori alla base del miele da Apistica Romana (via Ulpiano 55; 066868004). Confetture «floreali», perfette da usare come farcitura di dolci o da spalmare sul pane, da Castroni (via Flaminia 28; 063611029): tra marmellate e tisane, protagonista è la rosa canina, ricca di vitamina C e considerata ottima per prevenire influenze e raffreddori, oltre che per soddisfare palato e gola. Negli ingredienti di tè e tisane qui si trovano pure petali di fiordaliso, fiori di ibisco, zagara, arancio e lime. È nelle bevande calde che si registra un record di presenze. Trionfo di proposte al Giardino del Tè (via del Boschetto 107; 064746888), da tè aromatizzati, con fiori blu di malva, gelsomino, petali di girasole e boccioli di rosa, a tisane con ibisco, fiore di cactus e lavanda. Ai Monasteri spazia da karkadé, con fiori di ibiscus, a tè alla rosa e al gelsomino, senza trascurare tisane, come quella all’Eucaliptus, che tra gli ingredienti ha primula, papavero e ginestra. Inoltre, si possono acquistare polline dei fiori e miele (corso Rinascimento 72; 0668802783). È ai fiori d’arancio il tè wulong da Tè e Teiere (via del Pellegrino 85; 066868824). Non mancano proposte ad hoc da Babington’s, che tra le tisane, propone la rilassante «Sweet Dreams», con fiori di camomilla e arancio, e accompagnata da ricetta e consigli: «La quantità è due o tre grammi per tazza, l’acqua è a 95°, tre o quattro i minuti di infusione. Ideale prima di andare a dormire, è ottima con un po’ di miele». Chi volesse accompagnare il tutto con dolcetti english-style può venire qui a impararne i segreti di preparazione in tre lezioni speciali il 20 e 27 aprile e il 4 maggio (piazza di Spagna 23; 066786027). Per chi predilige atmosfere nipponiche l’appuntamento è il 23 aprile al museo Fondazione Roma per una dimostrazione della cerimonia del tè, tenuta da Michiko Nojiri, direttrice del Centro Urasenke della cerimonia del tè, nell’ambito della mostra «Hiroshige. Il maestro della natura» (via del Corso 320; 066786209).

Alla voce cioccolato, Arancia Blu, ristorante vegetariano e sala da tè (via Prenestina 396; 064454105) propone un’interessante selezione di cru Amedei dai toni più o meno fioriti, dall’intenso Ecuador al cremoso Grenada, fino al Tuscan Black, con profumi di fiori e tabacco.

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