Il primo profumo Scervino Il tocco per un abito perfetto

Il debutto nelle fragranze per la maison sa di tuberosa e di bei ricordi Nude e rosso con il volto di Cosima Auermann

Serena Coppetti

nostro inviato a Firenze

Ci sono odori che ricordano un luogo, una persona, una storia. E ci sono storie che diventano un profumo. Quello di Ermanno Scervino - il loro primo - viaggia in entrambi i sensi. E ne tocca diversi.

È bello da vedere: il flacone è un gioiello, quasi sartoriale, con quella forma che ricorda un po' il corpo di una donna e il tappo che gioca tra colore e trasparenza. L'elegante discrezione del nude e la sensualità del rosso.

È piacevole da toccare, fin dalla confezione: la carta sembra un tessuto e intorno al tappo un nastrino di organza fatto a mano, annodato flacone per flacone. È buono da sentire: con la tuberosa protagonista che avvolge ma non esagera, si impone senza essere sfacciata.

«Era quello che volevo - sorride soddisfatto Ermanno, il direttore creativo di Scervino - Il tocco finale per un abito perfetto». E per la donna che lui ha in mente. Sensuale mai volgare, elegante e glamour ma dinamica e internazionale. Ecco perché prima di debuttare sul mercato delle fragranze ce n'è voluto di tempo. La sfumatura giusta «si doveva sentire al momento giusto senza essere invasiva», racconta Ermanno, ma si scontrava sempre con i «si ma...» di Toni Scervino, Ceo del brand con sede a Firenze, mai soddisfatto sempre alla ricerca della perfezione.

D'altronde, l'assoluta attenzione al dettaglio è la loro cifra. Sta in ogni cucitura, nei tagli, nei pizzi casual da giorno e nella pelle trattata come tessuto. Sta anche nel profumo, ora. Due anni di ricerca, la collaborazione con «Mavive», azienda veneziana con un'esperienza trentennale e il sogno nel cassetto di poter realizzare il profumo con Scervino. E poi loro. Tre nasi di donna. Mathilde Bijaoui, Julie Massé e Véronique Nyberg. Tutto parte dalla tuborosa che poi si mescola, si sfuma, si arricchisce. Perché la tuberosa sta nei ricordi belli di Ermanno Scervino. Una fragranza «multi-texture» come dicono i tre nasi perché così è lo stile di Ermanno Scervino.

Gioca in uno stesso capo con diversi tessuti, la seta leggera e fluente con il comfort della lana e la delicatezza del cashmere. Femminile un po' rock. Fin da subito. «D'estate andavo a Forte dei Marmi e in Costa Azzurra, d'inverno a Cortina, e lì vedevo le grandi dive del cinema italiano e di Hollywood... da Monica Vitti a Sophia Loren, da Elizabeth Taylor a Kim Novak. Sognavo, un giorno di essere io a poter vestire quelle donne così belle talentuose e dal fascino inimitabile». Il sogno si nutre di un'idea «una cosa che può sempre diventare qualcos'altro». Dal film «La gatta sul tetto che scotta» coglie la forza della sottoveste. Tra le strade di Cortina inorridisce guardando i piumini indosso alle signore, solo tecnici e fatti in serie. S'inventa il piumino glamour. Così bello da andarci anche a teatro. «Vedere il mio piumino alla Scala è stata una soddisfazione». È un successo, per quel sogno concretizzato nel 2000 insieme a Toni Scervino.

Da allora non si sono più fermati. Si sono innamorate del suo stile Amal Clooney, Nicol Kidman, Angelina Jolie e Rania di Giordania tanto per fare qualche nome.

Nei laboratori fiorentini, Scervino ha i manichini che riproducono il corpo di Amal e di Kim Kardashian per studiare la linea dell'abito esattamente su misura. Perfetta. Per una bellezza senza tempo. La stessa che Ermanno Scervino ha voluto per rappresentare il profumo. La scelta si è così indirizzata verso Cosima Auermann, figlia della top model tedesca Nadja Auermann.

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