Salvo Mazzolini
da Berlino
Angela Merkel vola nei sondaggi. Nessun cancelliere, nella storia della Germania federale, è mai stato così popolare. Secondo gli istituti demoscopici è più amata persino di Adenauer e Brandt. Piace il suo modo di comunicare, privo di frasi ad effetto e demagogia. E piace la schiettezza con cui ha difeso interessi e princìpi cari ai tedeschi nei suoi incontri con i grandi della Terra. Da quando c'è lei al governo gli imprenditori hanno più fiducia nel futuro e l'economia registra i primi segnali di ripresa dopo gli anni bui della coalizione rossoverde. Ma sulla sua strada Angie, come la chiamano i giornali popolari, deve fare i conti con un avversario potente e temibile: i sindacati, ben decisi ad opporsi ai sacrifici previsti dalle riforme messe in cantiere dalla grande coalizione guidata dalla Merkel.
La prova di forza tra i sindacati e la cancelliera era prevista fin da quando la Merkel, nel suo discorso di insediamento, aveva annunciato la sua ricetta per restituire slancio all'economia tedesca: più lavoro e meno benefici. Ed ora la prova di forza sta diventando realtà. Il sindacato dei pubblici dipendenti, il più potente insieme a quello dei metalmeccanici, è sceso sul sentiero di guerra per bloccare una delle misure più importanti: l'allungamento della settimana lavorativa dalle attuali 38 ore e mezzo a 40 ore per tutti i lavoratori dei servizi pubblici insieme alla soppressione di una serie di gratifiche e agevolazioni.
È il primo grande sciopero del settore negli ultimi quattordici anni. I primi ad incrociare le braccia sono stati i dipendenti pubblici del Baden-Württemberg, il Land di Stoccarda, da dove lo sciopero, secondo i piani dell'offensiva sindacale, è destinato ad allargarsi a macchia d'olio nei prossimi giorni a tutti gli altri Länder ad esclusione di Berlino e dell'Assia dove i sindacati locali hanno optato per una strategia meno aggressiva. Da ieri gran parte dei servizi pubblici del Baden-Württemberg, il più grande Land tedesco dopo Baviera e Renania-Vestfalia, sono bloccati. Chiusi gli ospedali, salvo i casi di emergenza, chiuse le scuole, chiusi gli asili nido e gli uffici dell'amministrazione regionale, soppressi gran parte dei trasporti urbani.
I disagi più gravi e vistosi sono quelli provocati dagli operatori ecologici come in Germania vengono chiamati gli adetti alla raccolta dei rifiuti. E questo è solo l'inizio perché il sindacato ha annunciato che nei prossimi giorni scenderanno in sciopero tutte le altre categorie del settore. E così sarà anche negli altri Länder. Tutto fa pensare che sarà un conflitto duro e lungo. Ora che c'è una grande coalizione tra conservatori e socialdemocratici, quindi tra destra e sinistra, i sindacati tedeschi ambiscono a svolgere il ruolo di unico centro di opposizione nella speranza di frenare l'emorragia di iscritti registrata negli ultimi tempi.
Ma anche la Merkel è costretta a non cedere.
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