Erika Falone
Non è tutto oro quello che luccica. E non sono tutte verdi e ordinate come sembrano le mura esterne che circondano il cimitero di Staglieno. Se la facciata principale infatti fa bella mostra di sé su piazzale Resasco, pulita ed elegante, sorte comune non è toccata all'ingresso pedonale sul lato destro del cimitero. Quello che insiste su via delle Gavette, per intendersi.
Lì, appena imboccata la piccola stradina secondaria il visitatore viene accolto da un vecchio muro ancora scrostato, sul quale crescono liberamente piante e fiori, a pochi metri - anzi centimetri - dalla restante parte che è stata ripulita negli ultimi anni. Fondi esauriti? Oppure è finita la pittura? Difficile spiegarsi questa interruzione.
«Proprio un bel biglietto da visita - commenta Aldo Praticò, consigliere comunale di Alleanza Nazionale -: un muro deturpato a due passi dall'ingresso principale di uno dei più grandi e importanti cimiteri d'Europa». Il malcapitato tratto di muro, che non ha beneficiato del restyling toccato invece alla restante parte, ha però dalla sua la compagnia di una piccola discarica a cielo aperto, nonché di una piccola costruzione ormai fatiscente, probabilmente destinata in origine a guardiola o deposito. «Non solo non è stato portato a termine il lavoro - dice Aldo Praticò -, ma si è anche permesso che si accumulassero in quel punto rifiuti anche di grosse dimensioni. Per non parlare poi della torretta cadente e arrugginita di fronte all'ingresso pedonale, ormai abbandonata. Possibile che nessuno se ne sia accorto?». Anche gli abitanti della zona, ma soprattutto chi vi lavora, hanno iniziato a lamentarsi. Al di là della cancellata dell'ingresso di «serie B» - ma, si noti bene, frequentato tanto quanto l'altro ingresso laterale, da via del Veilino - si trova proprio, ironia della sorte, la porzione di cimitero che è stata interessata dall'ultimo intervento di restauro.
Il muro scrostato è solo uno degli annosi problemi di Staglieno. La struttura del Cimitero, per l'azione di agenti atmosferici, inquinamento ambientale e per la presenza di alcune sorgenti presenta ancora oggi condizioni di grande degrado.
La lista è lunga. Dall'erba che cresce disordinatamente nei vialetti alle tombe che sono completamente sommerse dalle sterpaglie. Alcune lapidi vengono addirittura sollevate dalle radici delle vicine piante che nessuno toglie. Anche le gallerie del Veilino non godono di ottima salute.
Altro che eterno riposo.
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