Processo alla Ferrari: «Inutile negare, McLaren più avanti»

Il direttore tecnico Baldisserri: «Hanno sviluppato la macchina e sanno utilizzare le Bridgestone meglio di noi». Ma Raikkonen continua a non convincere

Processo alla Ferrari: «Inutile negare, McLaren più avanti»

nostro inviato

a Indianapolis
È il momento in cui non si può negare più nulla. Quello in cui gli uomini della Rossa snocciolano con franchezza i problemi troppo a lungo, e insistentemente, celati. Adesso non è più il tempo di dar retta alle dichiarazioni di rito dei vari Felipe Massa o Kimi Raikkonen quando, al sabato, raccontano che «le McLaren ci sono davanti ma domani vedrete…». Vedrete che cosa? I 106 punti del team anglo-tedesco e i 71 della Ferrari nella classifica costruttori? O i 58 di Hamilton, i 48 di Alonso mentre Massa è a quota 39 e Raikkonen a 32? Non è più tempo di porgere l’altra guancia pensando di essere cresciuti tanto quanto gli avversari. E il tifoso di rosso vestito, adesso, è stanco di prendere schiaffi inaspettati. «Eravamo giunti in Nord America per recuperare sulla McLaren - ammette schietto come sempre il direttore sportivo Stefano Domenicali - e invece abbiamo perso quindici punti... È un passo indietro rispetto ai nostri obiettivi. Ora, quel che conta è capire esattamente che cosa ci è successo dopo Barcellona (ultima vittoria, ndr). È uno schiaffo a cui dobbiamo rispondere con la cattiveria giusta, grinta e determinazione».
IL MEA CULPA – Dunque, la Ferrari è in crisi. Leggenda vuole che le truppe maranelliane, a inizio stagione, avessero quasi un secondo di vantaggio; i fatti, ora, vogliono che i bolidi anglo germanici si portino in dote un paio di decimi al giro. Soprattutto in qualifica. «Ed è ormai chiaro – fanno capire gli uomini in rosso – che in questo mondiale le corse si vincono al sabato, con la pole». «È inutile negarlo – aggiunge il direttore tecnico Luca Baldisserri, uno che, oltre al curriculum zeppo di vittorie schumacheriane, vanta la dote rara, in F1, di dire pane al pane e vino al vino –: «dopo il Gp di Spagna, loro hanno sviluppato la macchina meglio di noi; fino a Barcellona riuscivamo a gestire meglio la qualifica e invece ora siamo indietro... E abbiamo anche problemi di aderenza. Stiamo lavorando sia sull’aerodinamica che sul motore, abbiamo un’evoluzione da provare (da oggi, per tre giorni, test a Silverstone: prima Badoer, poi Raikkonen e Massa, ndr)». «La situazione in classifica si fa sempre più complicata – ammette Jean Todt – In settimana testeremo degli sviluppi che dovrebbero riportarci dove eravamo a inizio campionato».
NOSTALGIA SCHUMI - Mentre Ecclestone paragona Hamilton a Michael Schumacher («cambiategli il casco e sembrerà di vedere lui in pista»), Niki Lauda ripete che «le rosse volavano a inizio anno perché conoscevano meglio i metodi di lavoro del gommista unico Bridgestone e che la mancanza del tedesco si sta facendo sentire». Sarà un caso, ma da più parti si sussurra che, se non fosse per qualche chiletto di troppo e per il rischio di alterare i delicati equilibri fra i piloti (soprattutto con Raikkonen), il crucco mascelluto avrebbe già provato come tester una F2007. Obiettivo? Fornire indicazioni.
L’INCOGNITA GOMME - Aiuti nostalgici a parte, è lo stesso Baldisserri a sottolineare (quindi Lauda aveva ragione, ndr) che, forse, la Ferrari volava a inizio anno per la maggior dimestichezza con i polimeri giapponesi: «Se pensiamo che Massa, nelle prime tre gare, aveva un vantaggio di un paio di decimi sulle McLaren» vuol dire che «forse sono gli altri, ora, a saper utilizzare meglio le Bridgestone...».
ENIGMA RAIKKONEN - Il finnico è la vera nota dolente. A Indy è partito male anche per via delle gomme dure (per assicurarsi una buona qualifica, di sabato aveva usato tutte le coperture morbide nuove, ndr) e di nuovo, dopo gli errori delle corse precedenti, il suo Gp è stato tutto in salita. Domenicali e Baldisserri provano a difenderlo ma non possono negare l’evidenza.

«Senza i problemi in partenza, Kimi avrebbe potuto fare una gara molto più brillante – sottolinea Baldisserri – Se ci sono dei sistemi tecnici per migliorare il via? Il primo traduttore è il pilota...». E Domenicali: «Se non avesse sbagliato lì, sarebbe stato tra i migliori».

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